di Tommaso Chimenti
Scivolando lentamente e faticosamente verso la fine di questa ulteriore stagione sciagurata (non teatrale ma esistenziale) che si è trascinata dal covid alla guerra, fino all’inflazione e al caro benzina, il teatro tenta di reagire, di porre argini alla bruttura, di cercare non tanto percorsi virtuosi, quanto da una parte riflessivi e dall’altra di un intrattenimento che non sia spiccio e banale.
E così al Teatro della Pergola sono da seguire la versione per il palcoscenico delle “Mine vaganti” (una delle pellicole più riuscite, insieme alle “Fate ignoranti”, di Ferzan Ozpetek) fino al 3, con un grande cast che vede Francesco Pannofino, Iaia Forte e Simona Marchini, tra gli altri, e sicuramente i “Superattori” a cura dei Nuovi, i giovani attori della scuola della Pergola, il 3 e il 10. Uno spettacolo per il pubblico dei più piccoli, per scoprire quali sono i poteri degli attori, le “superdoti” di quelle figure che sul palcoscenico raccontano storie e fanno emozionare.
Il Teatro di Rifredi risponde con la ripresa di una delle sue più riuscite operazioni, “Il Principio di Archimede” (fino al 10) di Josep Maria Mirò, divenuto, assieme a Sergio Blanco, uno dei drammaturghi di casa nel teatro di Mordini e Savelli. Testo complesso, complicato e difficile anche perché lo spettacolo è chiamato a prendere posizione sui temi esposti, a prendersi la responsabilità di decidere da che parte stare, se tra i colpevolisti o nelle fila degli innocentisti. In uno spogliatoio di una piscina un ragazzo dà un bacio ad un ragazzo più piccolo d’età per calmarlo dalla paura.
Da qui in avanti scattano denunce, ricerca dei colpevoli, condanne moralistiche e gogne mediatiche facendo emergere vergogne e psicosi collettive, pregiudizi e desideri di giustizia. Al Teatro Puccini tornano i sempre magici e poetici Familie Floz con le loro suggestive maschere. Stavolta il titolo “Feste” (dall’8 al 10) ambientato durante una festa di matrimonio dove si scontrano la povertà dei camerieri e la ricchezza degli invitati. Una favola per adulti senza parole, una storia tragicomica sul perseguimento della felicità.