In questa nuova puntata di come la religione cattolica ha rovistato nel cesto dei panni sporchi della cultura pagana parleremo di come quelle che erano divinità femminili che avevano il compito di rendere fertili i campi nelle 12 notti che seguivano il solstizio d’inverno, volando su questi e spargendo la loro magia procreatrice dal cielo, vennero annientate (parliamo di donne sessualizzate e dai poteri magici, orrore!) e trasformate in una vecchia bitorzoluta (ora si ragiona) che si ritrovò nell’ultima delle notti a dare indicazioni a tre astronomi che avevano perso la rotta verso la famosa mangiatoia con la stella attaccata in cima ed il ruscello di carta stagnola.

La vecchia, a differenza dei doni poco utili che i Magi avevano in serbo per un bambino di 2 settimane – perché dimmi che te ne fai di oro, incenso e mirra se non hai ancora nemmeno una casa – aveva pensato di omaggiare anche lei il neonato con un carico di regali ben più pratici, quali dolci e giocattoli, ma non sapendo dove fosse nato il famoso bambino che i Magi andavano ad ossequiare, pensò bene di bussare ad ogni casa al fine di trovarlo, riempiendo una calza per ognuno, continuando tutt’ora ad essere figura predominante del Natale nazionale dei più piccoli.

Ma se avete una certa e non vi spetta nemmeno più il carbone, potrete sublimare la vostra voglia di dolce del 6 gennaio lasciando la calza ai minorenni e appellandovi ai re Magi, ai quali in oltralpe hanno dedicato in questa giornata la Galette des Rois, una torta di sfoglia e frangipane sormontata da una coroncina in carta dorata, al cui interno una fava (tradizione che risale alle feste Saturnali dell’antica Roma) decreterà la fortuna di chi la troverà nella propria fetta, incoronandolo per un giorno Re della Fava (sic!)