di Carlo Benedetti

Se passo da via dei Malcontenti, senza correre, arrivo in via delle Conce fra cinque minuti e da lì in altri dieci sono in Piazza D’Azeglio e lei dovrebbe uscire e incrociarmi per caso proprio a metà del parco, accanto alla fontana dove ci siamo baciati. Il sole scalda appena e dovrebbe mettersi un cappotto lungo, forse quello nero che le ho regalato. Immagina quel cappotto addosso a lei. Non riesco a crederci: grazie novembre, autunno inoltrato, quasi inverno.

Scusa se mi sono arrabbiato la volta scorsa. Eravamo felici, un paio d’anni fa. Tre al massimo. Abbiamo smesso una sera al cinese, ravioli alla griglia e riso saltato: fuori era freddo, non passava nessuno. Pochi anche dentro, eppure i ravioli erano i migliori. Ci torno ogni mese, e sono ancora buoni, ma non come allora. Per questo non ci vado più spesso: si sente che non è la stessa cosa, mentre vorrei fossimo sempre là. Si scusano ogni volta, ma la nonna è morta e i ravioli si accorgono anche di questo. Spesso piangiamo un po’ tutti insieme: loro la nonna, io te.

Adesso cammino lento verso la fontana, sono vestito identico a quando mi hai conosciuto, stessi calzini neri, stesse scarpe. L’orario è giusto, anche il cielo è lo stesso: grigio, silenzioso. I bambini corrono avanti e indietro e i cani si rincorrono. Non è stato facile rintracciare padroni e genitori e convincerli, ma è tutto perfetto. Tornare indietro è facile: cos’è il tempo se non una peculiare disposizione dello spazio?

Ci siamo tutti, amore mio: manchi solo tu.  

Georgi Gospodinov, Cronorifugio, Voland Edizioni, 2021 – 19€