Chi di noi, in procinto di adempiere al proprio dovere di cittadino modello, nel conferire i propri rifiuti nell’apposito cassonetto, non si è chiesto almeno una volta come prosegue la storia di quel sacchetto? Beh, è giunta l’ora di continuare il viaggio che ogni volta si interrompe col classico gesto dal retrogusto cestistico del lancio nel bidone.
La gestione della raccolta differenziata in città ha subito un’evoluzione dal 15 febbraio 2021, giorno in cui è ufficialmente partito il progetto Firenze Città Circolare nei quartieri 2 e 5.
Di cosa si tratta? Il progetto (fonte Alia spa), coinvolge 200.000 utenze domestiche e 28.000 utenze non domestiche e prevede l’attivazione di diversi sistemi di raccolta che si adattino alle necessità dei territori:
1) porta a porta;
2) postazioni stradali con contenitori fuori terra;
3) postazioni interrate.
In questo modo Alia vuole realizzare un sistema di raccolta “a rete” dotandosi di impianti di smaltimento distribuiti su tutto il territorio regionale per ottenere la cosiddetta filiera corta. Quali sono i primi riscontri di questo cambiamento? Alia ci comunica che, grazie alla collaborazione dei cittadini, Firenze sfiora l’80% di raccolta differenziata, un vero e proprio boom rispetto al 2020.
Infatti le cosiddette “frazioni estranee”, ovvero i rifiuti che non si è riusciti a differenziare correttamente, sono in diminuzione: per l’organico al 3,5% (media comunale nel 2020 al 12,2%), carta al 4,4% (11,7% l’anno precedente), gli imballaggi in plastica, metalli, polistirolo al 13% rispetto al 43,5% del 2020. Nelle aree collinari dei quartieri 1, 3 e 4, 11.000 utenze dal 21 giugno hanno visto partire il sistema porta a porta e nei prossimi mesi potremo apprezzarne il funzionamento.
Come risponde Alia alle difficoltà di alcuni cittadini di affrontare un cambio di abitudini così radicale? La risposta, ci fanno sapere, è nel dialogo con gli utenti, attivando momenti di confronto, di accompagnamento e di ascolto. Un esempio? Anche le utenze servite con il sistema porta a porta, su richiesta, potranno ritirare l’A-pass, la chiavetta che, associata a un codice di utenza, permette di accedere ai cassonetti stradali a controllo volumetrico.
Ma torniamo al viaggio che un rifiuto urbano compie dopo essere stato correttamente conferito nel giusto contenitore. Facciamo l’esempio di un vasetto di yogurt: arriva a Revet, l’azienda partecipata di Alia Servizi Ambientali S.p.a, che raccoglie, seleziona e avvia al riciclo plastiche, alluminio, vetro e tetrapak. Nell’impianto il vasetto inizia il suo recupero attraverso controlli, magneti, sensori ottici, vagli balistici e macchine a corrente induttiva. Superata la selezione, il vasetto raggiunge altre plastiche e passa alla vera e propria fase di trasformazione. Lavato e scaldato a 200° diventa una pasta fluida che, raffreddata, esce dalla lavorazione sotto forma di granuli. Questi granuli, assemblati ad altri possono diventare ad esempio una panchina. L’equivalente di 800 lattine di alluminio se riciclato correttamente, può diventare la scocca di una bicicletta, 1000 barattoli in acciaio possono diventare un tombino.
Adesso la sfida sta tutta nel cercare di ridurre al minimo lo smaltimento in discarica, obiettivo primario sancito dall’Unione Europea ma, come afferma Alia, serve far presto perché il nostro pianeta non può più aspettare.