di Aura Fico

Immagini e figure decontestualizzate, scomposte e ricomposte, per creare qualcosa di nuovo e inedito. Queste le opere di Cecilia Cosci, fiorentina di adozione dal 1973 e laureata in Storia dell’arte, che da due anni si dedica alla creazione di montage, creazioni che nascono dall’incastro non previsto di immagini diverse. 

Il termine montage è un omaggio al cinema, in cui l’opera prende forma nella fase ultima di montaggio, così il ritaglio di immagini, riviste e libri dà nuova vita ad accostamenti insoliti e solo apparentemente incoerenti, che ci strappano un sorriso e ci portano a riflettere.

I soggetti sono le opere rinascimentali, le cui figure si fondono aprendo la strada a interpretazioni e significati incredibilmente attuali.

Cecilia Cosci, I giganti cercatori

Il processo creativo di Cecilia Cosci parte da un’idea o da una sensazione, che affiora nello spazio tra il sonno e la veglia, come spiega l’artista: “È come se la parte conscia e quella inconscia si alternassero selezionando, combinando, creando collegamenti fra ciò che so e ciò che provo, fino a ottenere qualcosa di nuovo”.

Le opere saranno esposte alla Tobian Art gallery dal 28 maggio 2021 in Tabù. Classico Contemporaneo. Opere di Cecilia Cosci; la sua prima personale curata da Gisella Guarducci e corredata da un catalogo con testi di Gianni Pozzi, Gianni Caverni e Adalinda Gasperini.