di Tommaso Chimenti
In questi mesi di grande abbuffate di video e teatro online, in quest’anno di overdose di streaming, spesso dimenticabile, e di link come urlo di sopravvivenza da parte degli artisti o di rendicontazione ministeriale da parte dei grandi teatri, qualcosa di importante c’è da salvare.
Protagonista l’attore e regista Ciro Masella: “Il progetto si chiama Diritti/Rovesci ed è la trasposizione filmica di un reading che si sarebbe dovuto tenere in presenza, in occasione de Festival Dei Diritti 2020 a Firenze. Ne sono nati cinque episodi sui temi dell’omofobia e del bullismo omofobico. Abbiamo realizzato un progetto ad hoc, scritto e realizzato coi linguaggi specifici del video, e non con quelli del teatro ripreso da una telecamera. Ho chiesto l’aiuto per la scrittura dei testi alla giornalista Laura Montanari e alla psicoterapeuta Roberta Cuppone, con la quale avevamo realizzato un progetto ‘affine’ dal titolo “Kit di sopravvivenza per giovani adolescenti”. I corti sono stati realizzati da Lindora Film ai quali ho partecipato anche come attore o voce off. Tutti questi video sono disponibili sul canale YouTube di Uthopia. Sono storie di diritti negati, coming out, transizione, omo e transfobia, bullismo e cyberbullismo: alcune di queste storie sono tratte da fatti realmente accaduti, episodi di cronaca”.
Il primo dei cinque capitoli che compongono il puzzle di questo racconto sui Diritti (e sui loro Rovesci), dal titolo “Le Parole” è ispirato all’intervento di Tiziano Ferro a “Che tempo che fa”: un monologo sul peso delle parole, che possono essere strumento per andare verso l’altro ma allo stesso tempo diventare armi capaci di ferire, lasciare segni indelebili in chi le subisce in tutta la loro violenza.
Il secondo è “Il finale di Denise”, con Eros Carpita, maestro nel travestimento, a cui ho prestato la voce. Le altre storie vengono dal bagaglio di racconti di vita vissuta che la dottoressa Cuppone ha incontrato nella sua pratica quotidiana di psicoterapeuta. Il terzo è “Un viaggio chiamato Vincent” con Claudia Allodi, il quarto è “Quando gliel’ho detto” con Monica Bauco, il quinto è “La strada di Luís”.
Alcune di quelle voci e corpi in video portano addosso la loro storia reale: transizione, rifiuto, violenza fisica o verbale, trasformazione. “In un momento storico in cui anche i diritti che sembravano acquisiti sono in pericolo e hanno bisogno di essere difesi e riaffermati, è necessario dire con fermezza che nessun diritto concesso priva chicchessia dei propri e della propria libertà, anzi rende migliore il mondo, un mondo di inclusione in cui chiunque sia libero di essere se stesso e amare chi vuole, e non sia costretto a nascondersi o scappare per la sua identità o il suo orientamento”.
Cercateli, ne abbiamo bisogno.