Caro Dr. Froddini,

mi chiamo Gisella e da tre mesi sono diventata mamma. Mio figlio non dorme, piange continuamente e spesso non riesco a farlo smettere. Confesso che a volte lo lascio strillare finché non si addormenta, sfinito. In quei momenti chiudo la porta della sua cameretta, mi tappo le orecchie e mi riaffaccio solo quando sento silenzio. Mi sento tremendamente in colpa per questo e credo di essere una pessima madre. Non ho il coraggio nemmeno di chiedere aiuto alla mia famiglia per paura di sentirmi giudicata. Sono stanca. È normale tutto questo?

Gisella 

Cara Gisella,

non posso sapere come si senta davvero, ma la maternità è certamente un’impresa non da poco. 

È un qualcosa di totalizzante, di trasformativo, a tratti anche catartico. Lo so, adesso potrebbe essere in preda a un totale stato di frustrazione, per non parlare del senso di inadeguatezza: ci sarà sempre la signora sull’autobus pronta a lanciare un‘occhiata che dice “perchè non lo fa smettere di piangere?”.

Ed è proprio nell’incontro con l’altro che sorge la paura del giudizio, quando partiamo dal presupposto di star facendo male o comunque non abbastanza. La verità è che non possiamo controllare ciò che pensano gli altri, ma possiamo cambiare l’opinione che abbiamo di noi stessi valorizzando quello che facciamo ed empatizzando con le parti di noi che sono in difficoltà, senza puntare anche noi il dito contro, tanto per quello possiamo sempre contare sulle signore sul bus!

Ci saranno momenti in cui sentirà di essere riuscita a rispondere in maniera efficace alle richieste di suo figlio e altri in cui avrà l’impressione di non capirlo. Non sono incidenti di percorso, ma tappe obbligate per la vostra crescita. Questo fa parte del processo di sviluppo: non esiste una madre perfetta, è tutto un procedere per tentativi ed errori, ciò che ha valore è il cercare ogni volta di interpretare e rispondere ai bisogni del suo bambino. Proprio come lui, anche lei sta crescendo e imparando qualcosa di completamente nuovo, un pò come quando apprendiamo una nuova abilità: proviamo, cadiamo, ci rialziamo e andiamo avanti, magari chiedendo qualche dritta a chi ci è già passato o incrociando uno sguardo solidale con chi si trova ad affrontare le stesse sfide e gli stessi dubbi. Chissà che insieme le cose non si superino meglio

Qualora decidesse di bussare alla mia porta, sappia che sarò lì ad accoglierla e ad ascoltarla. Ma soprattutto sarò lì a dirle che non è mai stata una pessima madre e che ha fatto tutto il possibile per sopravvivere a questa impresa con le forze e le risorse che aveva a disposizione.

Sigismondo Froddini

Una rubrica a cura di SpazioPosso. Inviate le vostre domande, crisi e drammi esistenziali a [email protected]. Il dott. Sigismondo Froddini vi risponderà in questo spazio.