di Walter Tripi

Le stiamo provando tutte per darvi qualche buono spunto sugli angoli verdi di casa vostra: aromatiche, fiori, trucchetti. Se però nessuna di queste è andata a buon fine, se il vostro pollice si ostina a rimanere drammaticamente roseo senza virare verso il verde, abbiamo ancora un asso da giocare: il Marimo.
Impazzano da qualche mese – sui social, nel web – le immagini di dolci e tenere pallette verdi che rotolano amabilmente dentro l’acqua: ecco, quello è il Marimo e potrebbe essere il vostro prossimo ottimo acquisto.

Andiamo con ordine: si tratta di una pianta acquatica di origine giapponese, il cui nome può tradursi più o meno letteralmente come “alga-palla”. Da qui, non dovrebbe essere difficile immaginare come possa apparire alla vista: piuttosto, è significativo ricordare che nel tempo questa adorabile e paffuta pianta è diventata anche simbolo dell’amore e dei rapporti duraturi.

Il motivo non è solo legato alla forma, o magari alla luce del suo verde brillante: il Marimo può vivere fino a 200 anni, crescendo pochi millimetri per volta e, a proprio modo, raccontando una storia che attraversa le generazioni, volteggio dopo volteggio.

Intorno al Lago Akan, tradizionalmente considerato l’origine del Marimo, sono in molti a conservarne in piccoli acquari, anche semplicemente bocce di vetro, come elemento decorativo e simbolico: un’usanza che ormai stiamo spudoratamente copiando con sempre maggiore intensità.

D’altronde, il fascino del tondeggiante non è mai troppo, la curiosità di amici e parenti è assicurata e si tratta anche di un regalo a proprio modo molto tenero.
Attenzione però: l’alga-palla è senz’altro semplice da accudire, ma non per questo può essere dimenticata. Anzi, è buon auspicio conservarla con grande cura: cambio d’acqua tre volte al mese, una bella strizzata per togliere le parti morenti, un vaso rigorosamente trasparente, temperature miti ed evitare la luce diretta del sole. È grazioso, ma è pur sempre un Marimo: ha una dignità!