Conciliare un’esaustiva divulgazione cinematografica con l’immediatezza dei social network riuscendo, non solo a coinvolgere, ma anche a fidelizzare un vastissimo pubblico, fino a diventare un punto di riferimento per tanti appassionati. Questa è l’esperienza del portale HORROR ITALIA 24 che in anni di impegno e passione è diventato una realtà per quanto riguarda il cinema di genere. Lorenzo Cracolici (fiorentino, 28 anni) ne è l’ideatore e il principale animatore.

Quando nasce HI24?

«Il 20 luglio del 2012 quando Facebook era in ascesa presso molti adolescenti. Quel particolare anno io avevo visto tantissimi film horror sviluppando una grande fascinazione per il genere. Nell’aprire la pagina soddisfacevo il bisogno di tenere un “diario” delle visioni fatte. Soprattutto pubblicavo, per me e senza velleità critiche, i poster dei film che vedevo. Locandine e cinema horror hanno un forte legame visivo, c’è una grande tradizione artistica e lo spettatore deve esserne stuzzicato. Aggiungevo alle immagini la mia opinione consapevole che era del tutto soggettiva».

Tu il cinema horror quando lo hai scoperto?

«Fin da piccolo ho sempre frequentato il cinema ma l’horror lo percepivo come qualcosa di “proibito”. Una volta riuscii però a vedere in tv: “La bambola assassina”. Un film horror su un giocattolo, visto da bambino, ti fa entrare in un mood particolare e ti lascia indubbiamente qualcosa».

Come si è evoluto il progetto fino ad arrivare alla popolarità su Instagram?

«La pagina Instagram è nata nel 2018 e adesso conta 23.000 iscritti. Già con l’attività su Facebook stavo avendo un ottimo seguito, tanto che ho realizzato che non potevo continuare da solo. Siamo arrivati 100.000 followers senza ricorrere a inserzioni. Ancora più recentemente è nato il sito che mi ha permesso di fare quello che sognavo da anni e cioè creare una redazione. Non ho mai pensato a HI24 come alla pagina dell’“influencer Lorenzo”, ma piuttosto come a una community. L’horror ha tante sfumature e sottogeneri, i gusti sono per forza differenti e una redazione permette quindi molteplici punti di vista».

Con un così grande seguito sotto ai post ogni tanto è possibile trovare anche qualche volto noto.

«Sono stato felice e molto stupito quando mi ha scritto Dardust con cui, durante il lockdown, abbiamo fatto una live mentre lui suonava al piano le colonne sonore di Dario Argento e altri classici. Anche con Federico Zampaglione, che, oltre che un musicista, è un apprezzato regista di film horror, c’è stato un bello scambio».

Ti definiresti un collezionista, vista la mole di film che possiedi?

«Più che un collezionista io sono appassionato dei supporti visivi dei film, è raro però che compri un film alla sua uscita; piuttosto prendo i film che mi capita di trovare cosicché le opportunità di vedere qualcosa di nuovo siano sempre stimolanti e non programmate».

Dopo tutta la paura che abbiamo provato nell’ultimo anno riusciremo ancora a divertirci con l’horror al cinema?

«Che certe suggestioni che avevamo vissuto solo attraverso i film siano divenute familiari è innegabile. Potrebbe esserci quindi una difficoltà nell’accostarsi con leggerezza a certi sottogeneri horror che riguardano i contagi. Magari i disaster movie non essendo più così distanti verranno etichettati come thriller e non più horror». 

Qual è l’ultimo film che ti ha impaurito?

«Io credo che la paura nel cinema horror stia nell’ambientazione più che nelle trame. Se devo isolare qualche titolo che mi ha inquietato dico “Sleepaway Camp” e “Found” per ciò che riguarda una visione domestica, mentre in sala sicuramente “Sinister”».