di Carlo Benedetti

– Occhi. Ci sono occhi ovunque. 

Accompagnare dei quindicenni agli Uffizi non è mai semplice. C’è sempre il rischio che facciano cadere un vaso o strappino una tela del Quattrocento. 

– Prof, non li vede? Guardi, guardi!

Matilde era una ragazza sveglia, forse troppo: avevo l’impressione che facesse fatica a rimanere in equilibrio sugli abissi che si tirava dietro. 

– Che schifo prof. Guardi anche lì. 

Matilde indicava la foresta dietro alla Primavera del Botticelli. 

– Non sono occhi, sono i frutti perché, ragazzi, l’allegoria del frutto è? 

Matilde allora si mise a urlare, inciampò e cadde a terra. Gli altri ragazzi si spaventarono, così i custodi e un po’ anch’io. Le urla rimbombavano per tutto il corridoio e in cinque minuti Matilde aveva intorno quaranta persone che fotografavano, suggerivano e, più in generale, si preoccupavano. 

– Alla fine tutti quegli occhi c’erano, no? 

Me lo chiede senza ironia, seduta sul divano di casa. Io scuoto la testa e cerco il numero dei suoi genitori. Sono profondamente cosciente di cosa sto guardando, ogni attimo da quando è entrata. Inizio a sentire il rischio di uno sguardo in più – pervertito – o in meno – cinico. 

Matilde, la sua felpa bianca, seduta a un lato del divano, è l’unico punto chiaro di tutta la stanza. Guardo l’agendina cercando di non misurare l’equilibrio di forze visive che ora mi sembra così evidente. Metterò dei cuscini bianchi proprio lì dov’è seduta. Cuscini morbidi, pieni di piume. 

Riccardo Falcinelli, Figure, Einaudi Stile Libero Extra, 2020 – 24,00€