di Francesca Contrino

Cos’è la musica se non la connessione nata dalla condivisione di idee? A dimostrarlo sarà Edoardo Zucchetti con il suo lavoro di esordio Patti in Florence. Il regista dà risonanza a una delle voci più potenti degli anni Settanta, nata nella New York della bit generation e del punk, che ha iniziato il proprio percorso esibendosi nei rock club, davanti a poche centinaia di spettatori, per poi calcare i grandi palchi d’Europa.

Siamo nel 1979 quando Patti Smith giunge in Italia, facendo tappa prima a Bologna e poi a Firenze, dove raccoglie 80.000 persone provenienti da tutte le regioni della penisola. Non c’è nessun trucco, se non la trasparenza di un messaggio forte e immediato: People have the power”.

Spalti del concerto allo Stadio Comunale di Firenze del 1979.

Il docufilm illustra lo scambio di energie tra una persona politica e un’Italia fatta di giovani, guidati da un forte impulso per il sociale. Mostra altresì il legame tra la Firenze del Rinascimento e un’artista che il regista definisce come rinascimentale, in grado di navigare abilmente tra musica, poesia e fotografia. 

L’alchimia creatasi nel ’79 proverà la sua durevolezza quando Patti Smith ritornerà trent’anni dopo, nel 2009, a Firenze. Il suo arrivo in città sarà segnato dalla riscoperta dei luoghi della storia, dal contatto umano e dall’interesse per i talenti emergenti del territorio. 

Perché questa è Patti Smith: un’animale sociale i cui habitat sono tanto i palchi quanto le strade del mondo. Zucchetti ha dipinto per noi i colori di una voce che fa frizione tra le corde dell’anima e produce calore

Il documentario verrà mostrato in prima mondiale (il 15 novembre alle ore 21) in occasione del Festival dei Popoli, il Festival internazionale del Film Documentario, che si terrà dal 15 al 22 novembre sulla piattaforma streaming Più Compagnia, la nuova sala virtuale di Regione Toscana creata in partnership con MyMovies.it.

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