Nella mattinata di sabato 21 novembre davanti all’Ospedale Apuane di Massa Carrara è stata installata un’opera scultorea destinata certamente a far discutere.

Si tratta di un mezzobusto in gesso e materiali misti, raffigurante un’operatrice della sanità pubblica a braccia conserte in evidente segno di protesta. Ai piedi della statua una targa recita “Non chiamateci eroi. Finanziamenti alla sanità pubblica, tutele, sicurezza e assunzioni stabili”

Parole che parlano da sole e che esprimono chiaramente un dissenso contro la sanità pubblica accusata della mala gestione degli ultimi anni. La donna raffigurata è quindi il simbolo delle lavoratrici e dei lavoratori che non accettano più di farsi sfruttare e vuole essere l’immagine di chi non sopporta di farsi chiamare eroe mentre in realtà è lasciato da solo. 

La scultura è opera dell’artista Elia Buffa, sculture formatosi all’Accademia delle Belle Arti di Carrara e specializzato nella tecnica del calco dal vero e della formatura.

Lo sculture, dopo aver lasciato l’opera di fronte all’Ospedale, ha spiegato in un lungo post sui social il significato della raffigurazione: “L’opera” – ha scritto – “è una critica della narrazione dominante messa in campo nel primo lockdown e che ha visto riempirsi la bocca di tali parole gli stessi che negli ultimi trent’anni non hanno fatto altro che tagliare finanziamenti alla sanità pubblica, firmare contratti scandalosi a discapito dei lavoratori e delle lavoratrici di questo settore e aprire le porte e fare l’occhiolino alla sanità privata. Hanno chiamato per mesi eroi i medici, gli infermieri, il personale sanitario senza però immaginarsi un piano reale di assunzioni, tutele e finanziamenti nel settore, in vista della seconda ondata”

Questo il lungo sfogo dell’artista che poi ha concluso così: “Come scriveva Majakowsky, l’arte non è uno specchio con cui riflettere il mondo ma un martello con cui scolpirlo”.