Un Ponte d’Acqua come mezzo per instaurare un nuovo rapporto con il fiume Arno. Questo è il nome del progetto dello studio fiorentino di architettura FABBRICANOVE, presentato alla recente edizione della Biennale di Architettura di Pisa, dal tema Tempo d’Acqua. L’elemento fluido della città occupa ormai una posizione centrale, e non solo geografica, nei pensieri di una comunità che lo vorrebbe vivere da spazio pubblico. Il lavoro di Enzo Fontana e Giovanni Bartolozzi, esposto agli Arsenali Repubblicani di Pisa, riporta un programma unitario a scala territoriale di storie itineranti, che non si limita unicamente a proporre nuovi spunti ma una nuova visione complessiva fuori dai soliti schemi.
Il fiume che unisce
Duecentoquaranta chilometri di fiume non possono limitarsi alle esigenze di singoli progetti locali, separando città, periferie e borghi per un elemento che in realtà le accomuna. Soprattutto dopo la recente decisione di riqualificare il tratto ciclopedonale – Ciclovia dell’Arno – che connette le città percorrendo l’intero fiume. Da una visione che unisce i due sentieri nascono così sei tipologie e sei microstorie in cerca di un committente, individuate da FABBRICANOVE come esempi di modelli replicabili lungo il corso del fiume, dalla provincia aretina a quella pisana passando per quella fiorentina.
Scenari e nuove prospettive
I frame, al momento immaginari, disegnano luoghi nei quali sia possibile pescare, sostare, lavorare o fare un picnic, suonare e ascoltare musica, usufruire di palestre all’aperto, prendere il sole come su una spiaggia, passeggiare e ammirare la natura da punti di osservazione rialzati, dalla sorgente alla foce. Questi sono solo alcuni degli scenari immaginati dai due autori, che vedono nei 68 ponti attraversati dall’Arno una dinamicità positiva che, come descritto nel loro video, “connette e separa, inonda e disegna forme, scava e segmenta”, ma che riesce sempre a ricucire le due sponde. Una realtà che merita nuove prospettive a cui dare una possibilità.