Esiste un bosco, dallo scorso anno, dalle caratteristiche molto singolari: è Il bosco degli scrittori, una collana di Aboca edizioni che chiama a gran voce autori contemporanei con un unico compito: raccontare una storia partendo da un albero.

Gennaio è il mese in cui compare in libreria “L’imitazione di una foglia che cade” di Luca Doninelli, un libro di un centinaio di pagine che ha come tema primario quello della solitudine. Il protagonista è, nell’arco di tutta la storia, solo; i suoi ricordi gli compaiono davanti in maniera riassuntiva, tutti che si srotolano partendo dalle pieghe e dalle venature di una foglia d’acero appiattita dalle pagine di un libro importante.

Il libro in questione è l’Historia Francorum di Gregorio di Tours, un testo che costituisce un legame con Monsieur Pineau, un libraio francese che abbandona la Francia per aprire una bancarella di libri in piazza Martini. Grazie a Monsieur Pineau, il protagonista conosce le parole di Roland Barthes, di Jacques Derrida, di Michel Foucault e riesce, con lo scorrere del tempo, a dare più senso anche alle proprie, di parole, finendo per fornire una chiara rappresentazione di cosa significa vivere l’oggi senza subire i colpi incessanti dei rimpianti.

“Subito dopo di noi comincia il mondo che noi abbiamo chiamato e continueremo a chiamare il mondo moderno. Il mondo che fa il furbo, il mondo delle persone intelligenti, progredite, scaltrite, delle persone che la sanno lunga, alle quali non si può darla a intendere. Il mondo di quelli che non hanno più niente da imparare. Di quelli che fanno i furbi. Che non si fanno imbrogliare, che non sono degli stupidi. Come noi. Vale a dire: il mondo di quelli che non hanno una mistica. E se ne vantano”.