Conoscere, comunicare, integrare. Questi gli obiettivi del Black History Month Florence, che giungerà a febbraio alla sua quinta edizione.
Un progetto per eleggere il tessuto artistico a linguaggio universale, condiviso, volto all’integrazione e alla mediazione culturale. Capace di creare ponti tra realtà differenti e complesse, con le quali abbiamo l’opportunità di convivere e condividere gli spazi della nostra quotidianità.
L’obiettivo del festival
Promuovere la cultura “Black” e le peculiarità di tutte le culture afro-discendenti presenti in Italia, che si racconteranno nel corso degli oltre 50 eventi dislocati in più di 40 location distribuite nella città.
Un festival-contenitore per un’esteso programma di eventi e attività: cinema, arte, cucina, teatro, danza, laboratori, conferenze, visite e spettacoli.
Molte le proposte nell’ottica di una persistente ricerca di dialogo interculturale, che faccia conoscere e apprezzare le storie altrui, storie che non sempre godono dello spazio meritato, alle quali fin troppo spesso non viene data voce; banalizzate a contatti effimeri e transitori.
Quale miglior risposta dunque, se non Cultura e Conoscenza, ai tristemente noti e troppo frequenti rigurgiti razzisti che si registrano ogni giorno?
Quale miglior mezzo dell’elaborato artistico per diffondere una vera e propria cultura dell’obbligo sociale, morale e comune?
Non è un caso che il titolo di questa quinta edizione del BHMF sia proprio “Obbligato”.
L’assessore alla cultura Tommaso Sacchi, martedì 28 gennaio, ha presentato il festival alla presenza dell’organizzatore Justin Thompson e di Valentina Gensini, direttrice di MAD (Murate Art District); considerevole l’interesse e la partecipazione da parte dell’amministrazione comunale.
“Firenze è città di dialoghi e ponti, anche attraverso la produzione culturale e il confronto tra culture “. Sottolinea Sacchi.
Gli eventi principali
On Being Present è tra gli eventi principali del festival, si tratta di un’interfaccia culturale sul sito delle Gallerie degli Uffizi, che esamina la presenza dell’Africa nera nelle collezioni. YGBI Research Residency è dedicato invece ai giovani artisti afro-discendenti residenti in Italia ed è realizzata in collaborazione con Ocad University e The Student Hotel. Ad arricchire l’offerta: una mostra collettiva a Murate Art District e un progetto di archivio in collaborazione con Villa Romana.
Il calendario del MAD
“Anche quest’anno Murate Art District rinnova la collaborazione con BHMF, nella volontà di testimoniare l’urgenza culturale di una riflessione articolata sul tema delle afro-discendenze e delle dinamiche post-coloniali – afferma Valentina Gensini, direttore artistico del MAD. – La rinnovata collaborazione con BHMF e con Villa Romana si concretizzerà in due esposizioni di grande importanza: una sul Black Archive, l’altra su importanti artisti internazionali chiamati a riflettere sulla retorica post-coloniale e su un certo neocolonialismo contemporaneo, che ci impone dolorose negoziazioni con la storia, con la memoria collettiva e le sue amnesie, ma anche con il futuro, che chiede un cambio netto di prospettiva.” conclude.
Sporcarsi le mani per fare un lavoro pulito è la prima delle due mostre nate dalla collaborazione di BHMF, Valentina Gensini e Villa Romana. L’inaugurazione si terrà il 13 febbraio nella sala Anna Banti e nelle celle del primo piano e rimarrà attiva fino al 14 marzo. Ad esporre le proprie opere saranno artisti da diversi paesi, tra cui M’barek Bouhchichi, Adji Dieye, Sasha Huber, Delio Jasse, Amelia Umuhire e Nari Ward. Gli artisti attingono ciascuno da esperienze di permanenza in Italia in diversi siti di produzione culturale, tutti accomunati dall’insistenza sulla narrazione personale.
Black Archive Alliance Vol I e II è la seconda mostra attivata da questa collaborazione e sarà visitabile dal 6 al 29 febbraio negli spazi dell’emeroteca. Il progetto è finalizzato alla costruzione di un archivio di tutte le realtà afro-discendenti a Firenze.
Le esperienze dei “nuovi italiani” saranno presentate al pubblico di BHMF in Crossing the Color Line, un documentario-testimonianza di Sabina Onana, in proiezione il 20 febbraio alle ore 18:30. Una testimonianza diretta su opinioni e punti di vista degli afro-discendenti, incentrata sul rapporto tra l’Italia, il paese d’origine dei genitori e la propria nazionalità. A seguito della proiezione verrà data al pubblico la possibilità di avere un dialogo con l’autrice.
Il 26 febbraio si terrà CORONAGRAPHY, una performance di Samiya Bashir, evento promosso da MAD in collaborazione con Syracuse University Florence, The American Academy in Rome, Villa Romana e BHMF. L’artista attinge a sonetti del proprio libro Field Theories edito nel 2017.
Linguaggio e poesia come mezzi di comunicazione “tattile” che si produce nel contesto di un dialogo collettivo del pubblico con l’artista italo-eritrea Muna Mussie. Questa la forma di “Punteggiatura delle Murate”, workshop del 29 febbraio.