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Esistono luoghi relegati alla falsificazione della felicità come esistono anche epoche che hanno funzione politica e coercitiva di un popolo con i ristoranti pieni (cit.).
A volte sono solo periodi ciclici: è dicembre, ma è prima di tutto Natale.
Da oltre 2000 anni c’è un’associazione di persone – di soli uomini – che nel mese più buio dell’anno ti impone la felicità come terapia metereopatica.
Per questioni strategiche, hanno pensato che la Pasqua ci stava meglio a fine inverno con la dieta detox e compagnia bella. Così, per quanto una gravidanza duri 9 mesi e che “la felicità sta nell’attesa” (lo hanno detto prima Lessing e poi il Campari), hanno calendarizzato 4 settimane – ne sanno parecchio loro – chiamandole Avvento, che al posto delle doglie e tutto il resto sono fatte da luci di formato vario e dolci per ammazzare le ore di buio e il dispendio calorico per le temperature in calo. Poi la Coca Cola – i veri Cristi scesi in terra del marketing, che il Vaticano glie spiccia casa – ha fiutato l’affare e ci ha ricamato sopra tutta quella roba di Babbi Natale, etc. Tu che sai che la pasticceria è lo strumento principe nel creare momenti di finta gioia, ma non sei la Coca Cola e nemmeno Papa, è la tua chance di girare anche tu a tuo vantaggio questo mese oscuro e ipercalorico e creare il tuo falso momento di felicità facendo credere – quantomeno al tuo ufficio – che sei un’affabile donzella dal cuore d’oro: sforna queste rotonde candide delizie, una pasticciera ha sempre un alibi.