Di Carlo Benedetti
Gli addetti stampa seguono le maree: prima dipendenti di case editrici con numerosi colleghi, poi raggruppati in potenti agenzie esterne, ora fallite, e, infine, di nuovo in case editrici dove finiscono invariabilmente soli. La distinzione fra addetto stampa e ufficio stampa è desueta: l’ufficio stampa sei tu.
Chi ha vissuto tutta la parabola si riconosce dal cinismo feroce, specialmente verso i libri, dal lavorare sempre di meno e dal tipico ululato: “una volta era diverso… una volta era diverso…” ripetuto fino all’esaurimento nervoso dei colleghi.
Addetti al multitasking
I nuovi addetti stampa, al contrario, si evolvono verso un multitasking estremo: scrivono, scattano fotografie, girano video (e li editano), gestiscono social media, organizzano presentazioni, accompagnano autori da e verso stazioni improbabili, corteggiano librai, distributori, giornalisti, sorridendo sempre a tutti, con un entusiasmo sempre autentico, riprodotto alla perfezione.
Il loro predatore principale è la terribile “copia gratuita per una recensione”.
Hanno poca o nessuna vita fuori dal lavoro e, in ogni caso, la ritengono di scarsa importanza.
Se i primi vivono in un crepuscolo infinito, i secondi aspettano freneticamente un’alba che non arriva mai. ‘Tacci sua.
Dove puoi trovarlo in città?
Mandragora è una casa editrice fiorentina specializzata in arte, cataloghi e libri illustrati. Il suo addetto stampa si gode la sede più bella di tutta la città e, da lì, diffonde Rinascimento in tutta Italia.