All’inizio di via Reginaldo Giuliani c’è Console Station, un piccolo negozio di videogiochi gestito da due personaggioni, che è diventato nel tempo istituzione fiorentina ed esempio di quel mix ormai raro di calore umano e professionalità. A venti anni dalla sua apertura, avvenuta il 9 ottobre 1999, facciamo due chiacchiere con Lorenzo Barlondi, socio fondatore insieme all’inseparabile Luca Galli.
Passare del tempo dentro Console Station e interagire con voi e i vostri clienti rimanda senza dubbio alle atmosfere di “Clerks”. Com’è nata l’idea di aprire il negozio e quanto quel film generazionale uscito cinque anni prima vi ha condizionato?
“In realtà ‘Clerks’ l’ho visto diversi anni dopo l’apertura del nostro negozio e devo dire che mi sono fatto parecchie risate, perché gli aneddoti dei clienti e le loro stravaganti domande, corrispondono esattamente a quello che succede in questi tipi di negozio. ‘Clerks’ non è un film, ma un documentario. Per quanto riguarda la tua prima domanda, aprire un’attività di questo genere è stata una cosa naturale. Avevo già lavorato al pubblico in diversi bar, ristoranti e locali notturni, ed il contatto con le persone mi è sempre piaciuto. Volevo aprire un’attività tutta mia ma non nella ristorazione, quindi ho fatto semplicemente due più due. Ero appassionato di videogiochi, animazione giapponese e giochi da tavolo, così ho trasformato la mia passione in un lavoro e dopo venti anni, la gioia di lavorare in questo ambiente non si è mai affievolita. Ho aperto il negozio con un mio amico, che in realtà non è appassionato come me di queste cose, lui è Fiorentina dipendente “viola scuro”, e, oltre ad essere un buon amico, il suo carattere si adattava perfettamente al mio. Io sono un po’ comandino e l’ultima parola deve essere la mia, lui invece lascia correre, è molto empatico con le persone e acconsente a quasi tutte le mie decisioni, salvo quelle di lavorare quando gioca la Fiorentina. Non è sempre possibile, ma fare un lavoro che ti piace è una cosa magnifica”.
Venti anni di battaglie, ma anche di grandi soddisfazioni. Cosa è cambiato dal quel lontano 1999?
“Ah, il 1999, sembra ieri. Pensa che all’inaugurazione non avevamo ancora le vetrine piene, così riempimmo gli spazi vuoti con rotoli di carta igienica. E molti dei nostri clienti se ne ricordano ancora. Entrare a Console Station era come entrare nel paese dei balocchi di Pinocchio, dove oltre alla serietà professionale, avresti trovato anche ironia, leggerezza, genuinità. Per quanto riguarda il cambiamento, beh sì, è cambiato tutto. È cambiato tutto con il semplice avvento di… skynet, no, simile, internet. La bellezza di questi negozi è sempre stato il contatto umano, potrei dirti che ho visto ‘cose che voi umani non potete neanche immaginare’, ma basta citazioni. Le persone venivano a comprare giochi e quant’altro, ma soprattutto venivano perché sapevano che, oltre a noi, avrebbero trovato qualcuno con cui parlare dell’ultimo videogioco uscito, farsi suggerire come superare uno schema, dopo settimane bloccato a quel livello, o a fare un giro per vedere le novità. Poi, è arrivato lui, internet. Che timidamente si presentava come semplificatore del lavoro, miglioratore di connettività tra noi e i nostri fornitori. E così è stato all’inizio. Poi sono cominciati a spuntare grandi negozi che vendevano online i nostri stessi prodotti ma a prezzi più bassi. Questo, oltre all’apertura di altre attività simili alla nostra da parte di grandi colossi, ha iniziato progressivamente a far chiudere quei piccoli negozi gestiti da appassionati, come il nostro. Internet ha cambiato anche il modo di interagire con gli altri. Prima si andava dall’amico per giocare insieme… ora è online. Prima se non riuscivi a passare uno schema venivi nei negozi come il nostro o ne parlavi con qualcuno… ora è online. Prima se volevi un consiglio su un gioco o se lo volevi provare venivi da noi… ora, indovina! In pratica internet è diventato il nostro miglior amico”.
Non abbiamo dubbi che in questi anni avete vissuto tonnellate di episodi strampalati. Ce ne racconti qualcuno che ti è rimasto nel cuore?
“Di episodi ce ne sono stati veramente tanti che nemmeno me li ricordo. Un cliente una volta è entrato dentro il negozio e ci ha chiesto di vedere il Console (il negozio si chiama Console Station). Un altro mi è svenuto davanti mentre mi stava parlando, franando su una pila di dvd, aprendosi la testa e iniziando a fiottare sangue che pareva d’essere in Venerdì 13; io sono rimasto per un secondo basito, poi ho guardato un altro mio cliente, che è medico, che mi ha rivolto uno sguardo come a dire ‘anche qui!’. Poi però, come nelle migliori serie TV ospedaliere, ha iniziato a darmi ordini: ‘passami la garza, dammi il disinfettante, zucchero’. Alla fine non abbiamo perso un cliente. Comunque la più bella è sempre quella del cliente davanti alla vetrina delle offerte, costellata di adesivi con su scritto “tutto a 5,00€”, “5,00€ cad”, “solo 5,00€” … lui guarda un po’, poi lentamente si volta e dice: “Quanto costa questo?”. Ovviamente questo episodio capita ciclicamente una volta al mese. Non con lo stesso cliente. Ma potrebbe essere possibile. Inoltre, oltre ai clienti, ci vengono a trovare e salutare tanti personaggi storici della zona, come Celestino, Mario e il mitico Pippo Bosè”.
Ultima domanda con momento nerd: i tuoi tre videogame della vita e il perché…
“Questa è la domanda impossibile, con risposta impossibile. Gioco ai videogiochi da 30 anni, già sarebbe difficile darti tre nomi per annata, figurati per un ventennio. Diciamo che i 3 giochi che hanno fatto la storia del videogioco sono: Final Fantasy, Tomb Raider e GTA. Scelgo questi tre giochi non solo perché hanno riscosso un enorme successo alla loro uscita, ma anche perché dopo venti anni sono ancora giochi di successo. Comunque non posso non citare giochi della linea Nintendo come Super Mario 64, la saga di Zelda, Pokemon. Anche questi unici nel loro genere ed intramontabili.
I 3 giochi storici per motivi personali sono: Tetris per Game Boy, più che altro perché mi sono comprato la console e il gioco con i soldi dei miei primi lavoretti come cameriere. Monkey Island per PC, un gioco innovativo, stravagante, geniale. Metal Geat Solid, anche questo un gioco storico, unico nel suo genere. Pensa che ad un certo punto, mentre affrontavi un boss di turno, il gioco lanciava un programma che ti leggeva i dati della memory card ed il personaggio malvagio ti elencava i giochi a cui avevi giocato. Li per lì ti lasciava basito… wtf… È stato un bel ventennio, con i suoi alti e i suoi bassi, con belle esperienze e alcune meno. E ringrazio il mio socio Luca, la mia famiglia e tutti quei clienti che ci hanno accompagnato fin qua credendo in noi e rendendo questo viaggio indimenticabile”.