di Daniele Pasquini

Immaginate un mondo post-apocalittico, una terra desolata, desertificata. Non è un film, è quanto hanno immaginato alle Svalbard, arcipelago a 12.000km dal Polo Nord: un luogo affascinante per numerosi motivi, non solo per le condizioni di estremo isolamento. Poco fuori da Longyearbyen (la capitale, 2000 abitanti, più o meno come Compiobbi) nel ventre delle rocce ghiacciate è stato creato il Global Seed Vault: progettato dal governo norvegese per accogliere la più grande banca dei semi del pianeta e per proteggere la biodiversità dal riscaldamento globale o da una catastrofe bellica. A dieci anni dalla fondazione sono stati depositati oltre 1 milione di campioni di semi di 6000 specie.

A che serve il Vault?
Tre anni fa è pervenuta la prima richiesta di prelievo: è arrivata dalla Siria, dove il centro per la ricerca agricola era occupato dai miliziani dello Stato Islamico. Dalle Svalbard sono partite diverse varietà di frumento, orzo ed erbe adatte alle regioni aride. Quando le coltivazioni daranno frutto, le nuovi sementi saranno rispedite alle Svalbard.