Scene ampie riprese da prospettive vertiginose, panoramiche che si allargano e si chiudono permettendo di vivere l’azione da punti di vista diversi. Colori, suoni, musica e tante comparse; ognuna intenta nello svolgimento di una particolare azione, accolgono lo sguardo della cinepresa talvolta con indifferenza e più spesso andandogli incontro. I volti truccati, i connotati appesantiti o del tutto stravolti. Non sono film con l’ambizione di raccontare il reale quelli di Paolo Sorrentino, ma hanno piuttosto l’esigenza di indagare quello che c’è oltre la superficie. Un cinema che destabilizza e scuote per la sfuggevolezza e la non necessità di essere compreso fino in fondo nel suo racconto di una umanità fragile, che non rinuncia al desiderio di sentirsi completamente viva. Sabato 20 luglio alle 21,30 al Teatro Romano di Fiesole, Sorrentino sarà insignito del Premio Fiesole ai Maestri del Cinema, conferito dal Comune di Fiesole in collaborazione con il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani Gruppo Toscano e Fondazione Sistema Toscana.

“Il Premio si è evoluto col tempo” – racconta il Direttore Artistico Gabriele Rizza – “da celebrazione di importanti autori nata a metà degli anni ‘60 ha consolidato a partire dal 2000, con la guida del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, la sua formula attuale che prevede una giornata di scambio tra il pubblico e il Maestro premiato.” 

L’incontro con Sorrentino, a ingresso gratuito, inizierà alle 18.30 al Teatro Romano. Ospite e madrina dell’evento, premiata con il David di Donatello per la sua partecipazione al film Loro, Elena Sofia Ricci. Dopo la premiazione verrà proiettato La grande bellezza.

“Il Premio Fiesole non si esaurisce nell’incontro con il Maestro e gli ospiti ma, grazie al volume realizzato ogni anno da Edizioni ETS che per in questa occasione è curato da Augusto Sainati, la ricerca e il confronto sulla cinematografia dell’autore premiato perdurano nel tempo” prosegue Rizza.

A luglio la retrospettiva su Paolo Sorrentino parte al Piazzale degli Uffizi nell’ambito della rassegna Apriti cinema con L’uomo in più, This must be the place e Youth – La Giovinezza per proseguire ad agosto al Teatro Romano di Fiesole, per Stensen d’Estate, con Le conseguenze dell’amore, L’amico di famiglia e Il Divo.

Jep Gambardella

TONINO PETTOLA VS JEP GAMBARDELLA

Uno strano personaggio, che fa la sua apparizione in un episodio per poi scomparire in quello successivo. È Tonino Pettola, il pastore con le stimmate e, a sua detta, guaritore (specializzato in malattie cardiovascolari) con l’ambizione di veder riconosciuta dal vaticano la sua “abilità”. Una figura marginale, satellitare nell’economia di una trama articolata e complessa come quella racchiusa nelle 10 puntate di The Young Pope. Eppure i pochi, grotteschi, elementi forniteci sulla sua esistenza e la ancor più curiosa scomparsa, in seguito ad una certa insofferenza da parte del pontefice ed esternata dal Cardinale Voiello che senza troppi giri di parole lo informa che “ha rott o’cazz”, hanno generato in rete una serie di dubbi e perplessità sulle sue sorti.

Jep Gambardella è, dal canto suo, uno dei personaggi più iconici scritti da Paolo Sorrentino e tutto sommato il meno misterioso. È egli stesso a raccontare i successi, le sconfitte e le ambizioni che hanno costellato la sua vita di inguaribile mondano. Le sue battute ne La grande bellezza sono divenute cult e molti hanno riconosciuto qualcosa di familiare nell’ostentato, ma bonario, cinismo dietro al quale ci cela una abissale malinconia.

Due personaggi appartenenti a due storie diverse e, soprattutto, a due strutture narrative differenti (l’una seriale e l’altra cinematografica) caratterizzati da una raffinatissima cura letteraria. Paolo Sorrentino è autore in grado di far sì che nessun personaggio sia veramente secondario. Dalla scelta dei nomi fino alle caratteristiche fisiche e alle peculiarità caratteriali tutte le figure risultano parte di un unico affascinante universo che inevitabilmente continua a vivere ben oltre la fine della storia sullo schermo.