di Giulia Sabella
È dedicata a Gian Alfonso Pacinotti, in arte Gipi, la mostra estiva di Palazzo Blu a Pisa che, per la prima volta, riunisce nella città natale dell’artista oltre 90 tavole originali tratte da alcune delle sue opere più importanti. Noi siamo andati a vederla.
“È come rivedere un pezzo della tua vita” spiega Gipi, “nelle singole pagine rivedo il momento in cui le ho fatte: vedo gli errori, vedo se quel giorno mi giravano le palle, vedo cosa pensavo, dove vivevo, la casa dove abitavo. È un bel viaggione”.
Nelle quattro sale della mostra (intitolata Gipi. Storie d’artista) è possibile osservare lo sviluppo della sua carriera, partendo da Esterno notte del 2003, passando per Appunti per una storia di guerra (Premio Goscinny al Festival di Angôuleme del 2006) e Unastoria (prima graphic novel a essere inserita nel 2014 tra i dodici finalisti del Premio Strega), fino ad arrivare a La terra dei figli del 2016.
“Gipi è uno dei grandi maestri del fumetto contemporaneo e in generale un grande artista” spiega Giorgio Bacci, il curatore della mostra. “Ormai le barriere tra arti minori e arti maggiori si stanno giustamente dissolvendo, e il fumetto è un’arte particolarmente complessa perché mette insieme letteratura e pittura”. Queste tavole mostrano la capacità di Gipi di maneggiare tecniche diverse, come l’acquerello, la matita, il gesso o il pennarello su carta de La terra dei figli.
“Ci sono bravissimi maestri del fumetto che utilizzano sempre la stessa tecnica, quasi come se fosse una sorta di coperta di Linus che li fa sentire più sicuri” spiega Giorgio Bacci, “mentre Gipi è uno sperimentatore in grado spaziare da una tecnica all’altra”.
Ma quando lo chiami “sperimentore” Gipi non sembra troppo convinto. “Quando lavoro cerco di essere il più normale possibile” spiega lui, “non è che voglia sperimentare tanto per farlo. Credo che il fumetto sia un mezzo potente che ti permette di inventare e trovare sistemi per generare delle emozioni nei lettori, è una sfida continua. Io sto studiando ancora oggi, a 56 anni. La storia che sto facendo ora è piena di soluzioni che non avevo mai adottato prima per suscitare dei sentimenti nel lettore”.
Sebbene ormai viva a Roma, Gipi non rinnega affatto le sue origini. “Sono convinto che nascere in provincia, vivere in provincia, sia una grande fortuna per chi vuole fare un mestiere come il mio” spiega. “L’essere cresciuto in provincia mi ha aiutato perché non c’erano scorciatoie: o imparavi a essere bravo alla vecchia maniera o non ti cacava nessuno”.
La mostra “Gipi. Storie di artista” sarà visitabile fino al 13 ottobre 2019 a Palazzo Blu, Pisa.
Info sull’evento: palazzoblu.it/mostra/gipi-storie-dartista/