Quando Badelj ha segnato il 2-0, ed era il 55esimo, questo tipo che era seduto di fianco a me allo stadio ha preso la faccia della sua ragazza e l’ha girata proprio, le ha detto ti amo mentre la baciava e quindi era un bacio d’esultanza, di saliva, un poco di violenza, lei ha risposto anch’io fra il colpo di frusta e qualcuno che fischiava contro Higuain.

Farid, comunque, dice che è troppo facile amare sul 2-0.
Farid dice che io parlo dell’amore ma non ho ancora preso una posizione sulla salsa yogurt nei felafel.
Farid dice che puoi dire di amare qualcuno quando ci passi il sabato mattina insieme, dopo esservi conosciuti il venerdi sera, da sbronzi, e scoprire che non vuoi scappare altrove. Perché Farid dice che il sabato mattina scapperemmo volentieri tutti, noialtri. Con la bocca secca, inversi, e sempre da soli.

Così ad un certo punto ora è Febbraio, San Valentino ha le ali spiumate, mi viene in mente che una volta di sabato mattina ci fermammo a comprare dei semi di glicine in un vivaio al Varlungo perché mi ero messo in testa che volevo un pergolato ricoperto di glicine e poi dopo c’era una partita di calcio dei pulcini e ci fermammo a guardarla perché il terzino in maglia rossa era un tipo in gamba e la mamma del portiere aveva le ciabatte e rideva, e poi dopo non so perché stavamo in macchina, c’era il sole e abbiamo preso l’Aretina Nuova verso Pontassieve perchè qualcuno mi aveva detto di andare a provare i tortelli di un tale che non ricordo come si chiama, e man mano le case intorno diradavano, la macchina pareva alzarsi come un’astronave e c’era tutto questa felicità siderale fra i nostri corpi e cantavamo blowin’ in the wind ma nella versione di Joan Baez e poi io tirai su una polemica riguardo a Bob Dylan.

Fu allora che mi venne in mente che ti conoscevo soltanto da dodici ore, e che stavamo passando il sabato mattina insieme solo perché nel vestirsi ci eravamo scambiati i calzini e ne avevamo uno blu e l’altro nero ma lo avevamo capito solo al bar mentre facevamo colazione vicino piazza Beccaria.
Io dissi: “Forse dovremmo, insomma …” e tossicchiai.
Tu dicesti: “Magari si, cioè… in effetti. Comunque ho la macchina qui vicino, magari…”
E d’improvviso era l’ora di pranzo e sui tortelli la pensavamo ugualmente: ragù di cinghiale.

Si, in effetti amare di sabato mattina è un lalaland.
Specialmente perché io vivo in un appartamento, e non saprei proprio dove cazzo piantarlo un glicine su un pergolato, in un appartamento.