Non li fanno più i caccia stellari di una volta. Quelli che finché non si apriva il portellone dentro ci regnava una calma olimpica. Non uno scossone, non un rumore, non un indizio dell’inferno che si sarebbe scatenato di lì a qualche secondo. Una quiete surreale, una promessa di eternità. E avvolti in questa pace sospesa, schiere di cloni impassibili pronti a vivere o morire con la medesima indifferenza, senza un fiato. Adesso sembra di essere tornati alle epoche remote in cui gli sbarchi si facevano sulle spiagge, in mezzo alle dune o al fango, e le pareti di questi benedetti TIE tremano tutte, e i soldati esitano, sanguinano, disertano. Forse abbiamo lasciato passare troppo tempo dall’ultima revisione, ma tanto ormai tutto viene buttato sul mercato per rimanerci al massimo un anno o due e poi via, rottamare e passare al nuovo. E a noi, che i cambi di stile non ci sono mai andati a genio, rimangono eserciti di carrette sferraglianti che fiaccano il morale delle truppe.

Ma se è per questo anche le truppe non le fanno più come una volta. E in tutti i sensi, visto che non ho capito per quale motivo adesso hanno deciso di lasciar perdere con la faccenda dei cloni e addestrare comuni, fallibili e imprevedibili esseri umani. Questa cosa davvero non me la riesco a spiegare, e forse non esiste un vero perché, se non le mode che passano, le novità da introdurre forzosamente anche se non promettono niente di buono, giusto per smuovere un po’ le acque, giusto per far girare la voce che qualcosa è cambiato su nelle alte sfere, che la nuova amministrazione sta avviando roboanti riforme, che da domani niente sarà lo stesso, che ora siamo più giovani, più freschi, più spavaldi, che non ci nascondiamo più dietro a una serie di maschere anonime, nossignore. Noi ci mettiamo la faccia. Sotto i caschi, da oggi, codici genetici tutti diversi, originali, unici.

Ma in fondo il problema è che non fanno proprio più i cattivi di una volta. Guardate me, posso anche farmi chiamare Kylo Ren e mettermi una maschera da cyberninja, ma quando sono nato i miei genitori mi hanno chiamato Ben, e questo nome da bifolco lacrimoso ce l’ho incollato addosso. Sono anni che pascolo in un tirocinio infinito nel lato oscuro della Forza, e invece di darmi un po’ di responsabilità il Leader Supremo mi mette accanto un ragazzetto rossiccio e invasato, con le lentiggini. Le lentiggini, dio mio, come possono pensare di farmi entrare in competizione con uno con le lentiggini? E l’avete vista una mensa da queste parti? Non credo proprio. E dei buoni pasto? Nemmeno. Uno straccio di contratto? Ma per favore. Lo credo bene che non sono ancora riuscito a combinare niente di degno. Non è colpa mia, sono le condizioni, è la maniera di lavorare, è la società. Che lasciatemelo dire, l’eterna lotta tra bene e male, tra Primo Ordine e Resistenza, non è nulla in confronto ai tempi che cambiano, che ci sfrecciano accanto alla velocità della luce e ci lasciano qui, con la nostalgia di qualcosa che non abbiamo mai vissuto.

Star Wars: il risveglio della forza da questa settimana è in tutti i cinema, a qualsiasi ora e volendo anche in 3d.  Ed è meraviglioso.

 

di Francesca Corpaci