di Gianluca Danti

I livornesi Bad Love Experience, dopo la candidatura nel 2010 al David di Donatello per la miglior canzone originale (colonna sonora del film “La Prima Cosa Bella” di Paolo Virzì) e il successo del precedente album Pacifico, approdano a Firenze il prossimo Venerdì 21 Agosto all’OFF Bar per presentare il loro nuovo album “Believe Nothing”…  così abbiamo scambiato due chiacchiere con il bassista Emanuele Voliani.

Believe Nothing è il vostro quarto album e affronta i temi della crescita e del cambiamento, anche il vostro sound è stato definito dalla critica più maturo e luminoso: ci raccontate come ha preso forma questo nuovo lavoro? 

Mi fa molto piacere che il sound di Believe Nothing sia interpretato come “luminoso”, e in effetti se lo paragoni al precedente Pacifico magari è vero. Forse è il risultato del fatto che questo disco è stato scritto in un periodo un po’ difficile per la band e il disco è stato come mettere il punto finale a questo periodo, come un respiro di sollievo; dopo la tournee di Pacifico eravamo tutti piuttosto stanchi. Stanchi dai tantissimi concerti, stanchi perchè non sempre la risposta era quella che avremmo sperato e forse anche stanchi di tutto il tempo che passavamo insieme.
Ci siamo presi più o meno coscientemente un periodo di pausa da tutto quello che riguardava la band; ci siamo visti molto poco se non quasi per niente per diversi mesi, ci siamo dati il tempo di approfondire altri aspetti delle nostre vite che avevamo sempre lasciato in secondo piano rispetto alla musica e forse proprio questi stimoli esterni hanno piantato ì semi delle canzoni che Valerio ha iniziato a scrivere e ha iniziato a inviarci finchè non abbiamo deciso di ritrovarci e lavorare sui pezzi. Da lì il percorso è tornato a essere quello classico; tante prove, tanti demo registrati e inviati a Ivan Rossi, il nostro produttore, tante correzioni e ancora altri demo registrati finchè pian piano ogni pezzo assumeva la sua forma definitiva, finchè non abbiamo tolto tutto il superfluo e quello che è rimasto è diventato Believe Nothing.

L’album è uscito per Inner Animal Records, un’etichetta/collettivo da voi ideato e di cui fanno parte molte band interessanti della scena livornese: cosa vi ha spinto a scegliere la strada dell’autoproduzione?

Abbiamo semplicemente compreso cosa ci piace davvero nel fare musica.  Abbiamo scoperto che quello che ci dà soddisfazione è il percorso, sono tutti i passaggi, non l’aspirazione a un ipotetico risultato che non sia la nostra soddisfazione per quello che abbiamo creato e per tutto quello che è successo durante il processo della scrittura, dell’arrangiamento e così via fino alla pubblicazione materiale del disco.
Aggiungici un po’ di disillusione su tutto quel mondo che dovrebbe stare alle spalle delle band che in molti casi, almeno in Italia, è una facciata con dietro nulla e puoi capire come per noi sia stato naturale voler prendere completamente in mano la maggior parte degli aspetti legati alla band.
Ci sono comunque alcune realtà che rimangono molto importanti per noi, come il nostro booking, Locusta, oppure la collaborazione con The Cage Club e Cappuccino Records per la pubblicazione del vinile, così come il rapporto con BlaLuca, il nostro ufficio stampa con il quale abbiamo iniziato a lavorare nel 2006 e ancora andiamo avanti.

…E pochi giorni fa si è tenuta la prima edizione dell’Inner Animal Pop Festival, che esperienza è stata?

E’ stata una festa bellissima. Una serata piena di emozioni e piena di gente come nelle nostre migliori aspettative. Fai conto che il cielo è stato nero per tutto il giorno e per tutta la sera ci sono stati dei lampi incredibili, ma la prima goccia di pioggia è caduta esattamente sull’ultima nota dell’ultima canzone dell’ultima band in programma…

Tornando a parlare del vostro ultimo disco, è stato presentato curiosamente con un cortometraggio musicale che racconta i brani dell’album in una maniera del tutto originale: com’è nata questa idea?

Tornando a pensare al disco dopo questo lungo periodo di pausa avevamo tantissime idee diverse e tutte validissime, alcune molto diverse le une dalle altre; una cosa sola era sicura da subito, avremmo fatto solo cose che ci piacessero totalmente, senza nessuna forzatura del tipo “facciamo così perchè in genere funziona così”. Abbiamo semplicemente pensato che sarebbe stata un’esperienza nuova e interessante per noi girare un corto che includesse parti di tutti  pezzi del disco e l’abbiamo fatto. Ovviamente grazie all’aiuto prezioso di Ambra Lunardi e Marco Bruciati, che sono gli autori materiali delle riprese e del montaggio finale così come di Giacomo Quilici e Olimpia Lotti, i protagonisti del corto.

Avete suonato nei maggiori club e festival della penisola, oltre ad aver supportato il tour italiano dei Piano Magic: quanto è importante per voi la dimensione live e il confronto con un pubblico sempre diverso?

Per noi la dimensione live è ed è sempre stata una componente necessaria e fondamentale della vita della band.
Nonostante il nostro amore profondo per la vita di studio e per le sessioni di registrazione abbiamo sempre un forte bisogno del live, sia come forma si scarico delle energie sia come fonte di ricarica di energie nuove.
Poi ultimamente spesso si aggiungono vari amici a suonare sul palco con noi quindi ogni volta è un’esperienza nuova e non ci annoiamo mai!

Questo Venerdì tornate a suonare a Firenze: il pubblico fiorentino più attento ha già avuto modo di apprezzarvi durante la stagione indoor ma chi ancora non vi conosce cosa si deve aspettare da un live dei B.L.E? 

I live dei Bad Love come ti dicevo prima ultimamente sono molto vari e capita che neanche noi sappiamo dove andremo finire una volta che siamo partiti. Sicuramente sono molto intensi, sia per noi che per il pubblico che se vuole può lasciarsi andare come cerchiamo di fare anche noi, e lasciare che sia la musica a metterci in contatto, senza tirare in ballo troppa razionalità o troppo giudizio.

Per approfondire:
www.badlovexperience.com
www.facebook.com/BadLoveExperience
www.facebook.com/inneranimalrecordings