di Alessio Gallorini
Arriva a Firenze giovedì 2 luglio, all’Anfiteatro delle Cascine, Lorenzo Urciullo, meglio conosciuto come Colapesce: già cantante degli Albanopower e membro con Alessandro Raina del duo Santiago, Colapesce sceglie il suo nome d’arte attingendo dalle sue origini siciliane; tale nome deriva infatti dalla Leggenda di Colapesce, una leggenda meridionale che racconta la storia di Nicola (Cola) detto Colapesce per la sua clamorosa abilità nella pesca.
Beh, Lorenzo è bravo a pescare canzoni, fin dal suo esordio, con l’EP omonimo datato 2010 che lo rivelò subito come un songwriter di livello, capace di coniugare la tradizione del cantautorato italiano a sonorità più indie, virate verso un’elettronica minimale ma accattivante.
E’ questa anche la cifra stilistica del suo primo LP, “Un meraviglioso declino”, uscito nel 2012 e che lo ha subito portato alla vittoria nella Targa Tenco come miglior opera prima: Colapesce è riuscito in un’abile fusione della tradizione melodica italiana con elementi più dinamici e moderni, riuscendo a trovare una sua personale collocazione nel panorama affollato e vasto del cantautorato italico.
Quello intrapreso da Lorenzo è un viaggio, metaforico ma non troppo, alla ricerca di un suono personale ed originale, un viaggio in cui il musicista siciliano si è lasciato influenzare dal panorama, un panorama che, appunto, è metafora di questa società moderna. Alla fine il risultato è “un meraviglioso declino”: il dolore e l’assenza si mescolano nel disco con melodie melliflue e destabilizzanti, dando l’immagine di un artista già maturo piuttosto che quella di un’opera prima.
A distanza di tre anni da questo primo episodio, Colapesce è recentemente tornato in scena con “Egomostro”, suo secondo lavoro: stavolta l’orizzonte sonoro di Lorenzo si arricchisce, diviene frastagliato e ci si trova di fronte un artista nuovo, consapevole del proprio percorso e in procinto di raggiungere la meta musicale che si è prefissato.
Batteria, controtempi, chitarre funky, senza dimenticare gli accenti melodici e rarefatti della prova d’esordio; “Egomostro” è tutto questo, è un mosaico complesso che merita ben più di un ascolto per essere apprezzato appieno.
Tante sono le mani che ci hanno lavorato sopra, da Fabio Rondanini (Calibro 35, Niccolò Fabi) a Giuseppe Sindona (Mario Venuti) fino a Vincenzo Vasi (Capossela), tutti hanno collaborato con Lorenzo Urciullo dando il loro tocco al disco ed è indubbio che si senta.
Il Lorenzo musicista è a dir poco esaltato da questo contesto e ne beneficiano la ricchezza degli arrangiamenti e la profondità musicale di un disco che, ripeto, va ascoltato ben più di una volta per poterlo appieno comprendere e potergli permettere di entrarvi dentro.
Chiaramente non c’è miglior occasione per farlo che goderselo live all’Anfiteatro delle Cascine giovedì 2 luglio.