di tommaso chimenti

Fabbrica Europa Non sarà più la “rambla” fiorentina di fine primavera, lo struscio artistico ed intellettuale che anticipava, di suoni, colori e luci, l’estate. Fabbrica Europa, più che maggiorenne, alla sua ventesima edizione, cambia nuovamente pelle e, come cantava Fossati, “cambia casa”. Già perché lo snodo centrale di FE era stato in questi anni la, poco sfruttata dall’amministrazione, Stazione Leopolda, una struttura d’archeologia industriale che tutta Italia invidia a Firenze ed utilizzata solo per qualche vetrina commerciale, che, soltanto con la sua presenza scenica faceva da fondale e drammaturgia alle piece, ai concerti ma anche ai silenzi, alle eco che si rincorrevano tra i soffitti altissimi, le travi, il cemento o i pilastri in ferro arrugginito: ogni volta un’emozione perdersi.

Non sembrava Firenze, ma Parigi o Berlino. Si respirava aria internazionale. Ma l’affitto comunale della Stazione Leopolda risulta essere troppo oneroso ed esoso. Ed allora l’esplosione prima verso la città, a dir la verità già iniziata nelle ultime annate con piccoli “fuoriporta”, e poi verso la regione. Dalla Leopolda appunto, con pochissimi appuntamenti, passando per il Teatro della Pergola, spostandosi all’Istituto Francese, toccando il Rondò di Bacco fino ai Cantieri Goldonetta ed ancora, nella bisettrice della tramvia, al Cantiere Florida e raggiungendo il Teatro Studio di Scandicci, ed oltre, con Pontedera (Luca Dini e Roberto Bacci promotori e fondatori di entrambe le situazioni) ed il suo Teatro Era.

Anche la programmazione è espansa su tre mesi (dal 16 aprile fino al 19 giugno). Mancherà quest’anno la musica, sezione che aveva dato le sue belle soddisfazioni. Si punta tutto sulla danza, nazionale e internazionale, l’installazione di arti visive di Maurizio Nannucci (dal 3 all’11 alla Leopolda) e grande teatro dei Maestri riconosciuti: Peter Brook, Luca Ronconi, Alvis Hermanis, Anatolij Vasiliev. Tutti insieme, uno dopo l’altro. Personaggi non arrivati per caso a Fabbrica Europa ma con un vissuto, un tessuto ed un percorso lavorativo e d’intenti legato a Pontedera Teatro. Rapporti e non cartelloni da riempire, vicinanze e non festival d’ospitate.

Due residenze, perché la Fabbrica è laboratorio permanente delle arti, Ronconi e Vasiliev. La riflessione sulla semplicità di Peter Brook con il suo “Un flauto magico”, il lavoro con tanti bravi e giovani attori nella scena pulita e bianco latte di Luca Ronconi nel “Sei personaggi” pirandelliano (3, 4 e 5 maggio), in uno dei pochi lavori che andranno in scena alla Leopolda, “Sonja” (10, 11 e 12 maggio) del lettone Hermanis (anche l’altro suo “Le signorine di Wilko” ebbe seguito) una scena piccola e due attori incredibili, Vasiliev, che nell’occasione riceverà l’onorificenza della cittadinanza pontederese (dopo altri illustri teatranti come Eugenio Barba, Grotowsky, Thomas Richards e Cacà Carvalho) farà tappa per un mese (dall’8 maggio al primo giugno), con dimostrazione del lavoro, dopo gli step effettuati a Venezia, in Polonia, Mosca e Parigi. Da seguire inoltre la conferenza dell’architetto Massimiliano Fuksas (9 maggio, Leopolda) o le “Sonate Bach” di Virgilio Sieni (12 maggio, Pergola). Fabbrica, Firenze, Toscana. Addio Leopolda.