A Firenze sempre più pizzaioli napoletani d’autore, e la pizza diventa patrimonio UNESCO
“Fatte ‘na pizza c’a pummarola ‘ncoppa
vedrai che il mondo poi ti sorriderà”.
(Pino Daniele)
Un’occasione per celebrare i migliori interpreti della pizzeria napoletana a Firenze, per festeggiare i professionisti di quella “Arte del pizzaiuolo napoletano” che l’Unesco ha recentemente riconosciuto patrimonio mondiale immateriale dell’umanità. È con questo spirito che lo scorso 8 gennaio si sono radunati insieme alla Buoneria (via del Fosso Macinante) gli otto maestri pizzaioli che hanno portato l’eccellenza dell’arte bianca nel capoluogo toscano. Se siete amanti della pizza napoletana, col cornicione alto e il pomodoro DOP Piennolo, non potrete non averlo notato: ormai in città la scelta si fa sempre più ardua tra nomi illustri e forni a legna blasonati.
Per citarne alcuni: Mario Cipriano (Il vecchio e il mare) – che ha recentemente ricevuto i tre spicchi Gambero Rosso, Agostino Figliola (Fratelli Cuore), Domenico Luzzi (Fuoco Matto), Marco Manzi (Giotto), Raffaele Menna (Mamma Napoli), Romualdo Rizzuti (Le follie di Romualdo), Giovanni Santarpia (Santarpia) – ormai una vera e propria istituzione fiorentina – e Ciro Tutino (Buonerìa), direttamente dal quartiere Materdei di Napoli.
Questi nomi sono stati selezionati in base a una serie di criteri – a partire dallo stile napoletano della loro pizza fino al riconoscimento ottenuto da almeno una guida gastronomica di settore – con la supervisione del “guru” Sabino Berardino, fiorentino di adozione ma di origine partenopea, uno dei massimi esperti del settore a livello nazionale.
Il riconoscimento è stato consegnato ai pizzaioli dai rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni di categoria che hanno sposato l’iniziativa, organizzata dal blog “il Forchettiere” con il patrocinio del Comune di Firenze e la partecipazione di Coldiretti Toscana, Fipe-Confcommercio e Confesercenti Firenze.
“Firenze è una città che negli ultimi anni ha visto esplodere il fenomeno della pizza d’ispirazione napoletana di alta qualità – spiegano gli organizzatori – e ci sembrava giusto premiarne gli interpreti più significativi tra quelli che qui vivono e lavorano, soprattutto alla luce del riconoscimento dell’Unesco. Non è un caso se la Toscana è una delle regioni che contano il maggior numero di pizzerie partenopee segnalate dalle guide di settore, ovviamente dopo la Campania. Ognuno col proprio stile e le sue peculiarità, questi otto pizzaioli sono un vanto e un patrimonio per l’intera città”.
Che dire? Per gli amanti della pizza con cornicione alto, Firenze è sul pezzo. Staremo a vedere se ci sarà chi risponderà a suon di pizza alla pala o di pinza romana!