Stavo pensando una cosa molto triste, mi troverò sempre con una minoranza di persone” (Nanni Moretti, Aprile, 1998).

Non è compito facile essere grandi, essere maggioranza, essere qualcosa che rappresenta. Bisogna fare delle cose, lottare, come la Juventus che vuoi che non vuoi è sempre lì, fra i primi. Si prende gli sputi, si prende i sorrisi ironici, ma c’è sempre: e lo dico da tifoso viola, provando fatica pari a quella che forse ha provato Pete Best nel parlare dei Beatles.

L’essere piccoli funziona sempre, perché ci condiziona. Ma non è un fenomeno dei nostri giorni, e ce lo dice la geografia. Basta vedere lo strano fenomeno che incontra a febbraio il nostro televisore su RaiUno, quando il Festival dei Fiori ci spara in pompa magna la Liguria come “terra da scoprire”.

La Liguria, una striscia piccola piccola di Piemonte che come capoluogo ha un porto sul mare che tutto il mondo vede come un passaggio storto verso altre terre, vedi la Francia. La stessa carta geografica ci pone davanti il Cile, una lingua di terra fra un oceano e le Ande: la stessa bandiera che sventola al Polo Sud sventola disatnte 4300 chilometri a nord. Sfiga.

Non parliamo poi del Portogallo, una regione della penisola iberica con una lingua totalmente diversa, la cui potenza è stata talmente travolgente da imporre ad una terra favolosa come il Brasile questo strano idioma fatto di suoni nasali. La mitizzazione dei piccoli è nata con l’uomo. Perché è facile sentirsi bravo quando sei piccolo.

 

di La Sciabolata