C’è un’esperienza di cinema che ha trovato a Prato (al Terminale Cinema-Casa del Cinema di Prato in inverno e al Castello dell’Imperatore d’estate) la sua dimora da ormai quasi 25 anni. Si tratta del Circolo del Cinema Mabuse che ha come proposito quello di raccontare la filmografia dei grandi Maestri a partire dalle loro ultime opere o dai restauri, fino a presentare (o ripresentare) in sala i film meno conosciuti o dimenticati.
“Le ultime due rassegne che abbiamo proposto nel 2022 sono emblematiche – ci racconta Luca Barni, uno dei fondatori – con l’uscita dell’ultimo film di David Cronenberg Crimes of the Future abbiamo proposto al pubblico delle pellicole più vecchie e meno frequentate. Nel caso di Cronenberg la scelta è ricaduta sul primo periodo, quello del body-horror dal momento che sembra una strada che il regista è tornato proficuamente a sperimentare. Oltre a Videodrome, che è stato recentemente restaurato, abbiamo messo in cartellone Scanners, Brood- La covata malefica e Il demone sotto la pelle”.
Anche per il restauro di Psyco avete pensato qualcosa del genere?
“Si, abbiamo scelto di proporre L’uomo che sapeva troppo nella versione del 1956 (è l’unico film di cui Alfred Hitchcock ha girato un remake, il film originale è del 1934). La stagione artistica più conosciuta di Hitchcock è sicuramente quella che va dal 1950 al 1960, ma in precedenza aveva realizzato opere importantissime ma poco conosciute ed è per questo che abbiamo inserito anche I 39 scalini del 1935”.
Chi sceglie di venire a vedere in sala dei vecchi film preferendoli alle prime visioni?
“Un pubblico sorprendentemente giovane che sta formando il proprio gusto e che vede certe pellicole per la prima volta. La nostra esperienza è iniziata nella primavera del 1998 e il riferimento più prossimo erano le rassegne che si facevano in quel periodo al Cinema Alfieri di Firenze, ma il modello dei Cineclub è legato agli anni 70-80, che continua a essere in voga in molte città Europee”.
Il nome Mabuse fa effettivamente pensare al cinema europeo del passato.
“È chiaramente un omaggio al film di Fritz Lang Il dottor Mabuse (1921). Lang è stato un regista di riferimento sia per il cinema hollywoodiano classico ma, soprattutto, per il periodo del muto. Riuscì a farsi beffe del nazismo promettendo di lavorare per loro per poi fuggire la notte stessa, dopo aver parlato con Goebbels. Mabuse, il terrificante psicanalista interpretato da Rudolf Klein-Rogge, è un personaggio straordinario che rappresenta una sorta di premonizione di ciò di cui sarebbe stata capace la follia nazista”.
Voi non programmate con troppo anticipo.
“No perché tentiamo, per quanto possibile, di restare legati a quello che succede nel mondo del cinema e non solo alle uscite in sala. Per esempio lo scorso anno ci siamo ritrovati, in corsa, a organizzare un omaggio a Monica Vitti”.
Dove non avete proposto solo i film di Antonioni…
“No affatto. I primi film della Vitti sono state commedie, solo dopo l’incontro e l’inizio del legame con Antonioni è diventata la protagonista di alcuni tra i suoi film più noti. Conclusa quella esperienza lei era tornata alla cifra che le era più congeniale. Proprio perché molti giovani tendono a identificarla con capolavori come L’eclisse, L’avventura e Deserto rosso noi abbiamo proposto anche L’anatra all’arancia di Luciano Salce (1975) con Ugo Tognazzi, uno dei film migliori di quell’epoca”.
Il modo migliore per rimanere informati sulla nuova stagione sul Circolo del Cinema Mabuse è seguire l’omonima pagina Instagram o scrivere a [email protected]
Crediti foto: Filippo Bardazzi