A Firenze l’arte non è mai soltanto estetica: è partecipazione, impegno, desiderio di prendersi cura della propria comunità. In questo spirito nasce #artchecking, l’asta benefica promossa da artiste e artisti che scelgono di sostenere CAT Cooperativa Sociale nell’acquisto di uno spettrometro FT-IR, il macchinario necessario per portare in città il primo servizio di drug checking. Un’iniziativa che intreccia creatività e salute pubblica, e che potrebbe segnare un cambiamento importante per la città.

Perché il drug checking è fondamentale

Il drug checking è una misura di riduzione del danno già attiva da anni in città come Berlino, Zurigo, Barcellona, Lisbona, Torino e Roma. Consiste nell’analizzare la composizione qualitativa delle sostanze acquistate sul mercato nero, dove l’imprevedibilità è la regola: molecole inattese, prodotti di taglio sconosciuti, concentrazioni molto variabili. Senza un’analisi adeguata, valutarne i rischi è quasi impossibile.
Il servizio è anonimo, gratuito e sempre accompagnato da una consulenza individuale. Oltre a fornire informazioni precise alle persone, crea un’occasione preziosa per instaurare un contatto reale, ascoltare, orientare, ridurre i rischi legati al consumo. In Toscana, però, un servizio di questo tipo non è ancora presente. Ecco perché l’arrivo dello spettrometro FT-IR rappresenta un passo atteso e necessario.

Come nasce e come funziona #artchecking

L’asta prende il via alle 10:00 di sabato 20 dicembre 2025, quando artiste e artisti pubblicheranno sui propri profili Instagram i lavori donati per sostenere la campagna. Per scoprire tutte le opere basterà cercare l’hashtag #artchecking, che diventerà il punto di raccolta virtuale dell’iniziativa.
Per partecipare è sufficiente scrivere la propria offerta nei commenti del post dedicato all’opera scelta. Si parte da una base d’asta di 40 euro e si possono aumentare le offerte con rilanci minimi di 20 euro. L’asta resta aperta per ventisei ore e si chiuderà alle 12:00 di domenica 21 dicembre, quando l’opera verrà aggiudicata a chi avrà fatto l’offerta più alta.

Trasparenza e donazione diretta

Una delle caratteristiche fondamentali di #artchecking è la totale trasparenza. Il pagamento non passa dalle mani degli artisti, ma viene effettuato direttamente a CAT Cooperativa Sociale tramite bonifico bancario con causale “donazione liberale campagna artchecking”, accompagnata da nome, cognome e codice fiscale del donatore per consentire la detraibilità.
Una volta effettuata la donazione, il vincitore invierà all’artista la ricevuta digitale. Solo a quel punto l’opera verrà spedita, con i costi di spedizione a carico del destinatario.

Una Firenze che si muove insieme

#artchecking è un gesto collettivo che racconta una città viva, attenta e capace di trasformare l’arte in un motore di cambiamento. Sostenere l’acquisto dello spettrometro FT-IR significa contribuire non solo a un progetto tecnico, ma a un modello di salute pubblica più consapevole, inclusivo e orientato alla prevenzione.
È una piccola grande iniziativa dal basso, fatta di creatività, responsabilità e desiderio di cura. Una Firenze che non guarda dall’alto ma si mette in rete, si informa, partecipa e costruisce benessere per tutte e tutti.

Per conoscere meglio il progetto, abbiamo scambiato due parole con Lan Dei che fa parte di CAT e segue il progetto.

Iniziamo da Firenze: Firenze perché…?

La scelta di Firenze è perché qui è la nostra base, lavoriamo sulla riduzione del danno da più di 30 anni. L’analisi delle sostanze insieme ad altre azioni vengono fatte a livello europeo e italiano da tante altre città da tanti anni. Ci sono molti progetti importanti in Svizzera ad esempio che sono ben solidi e sono stati portati avanti. La Svizzera negli anni Ottanta aveva nel parco di Zurigo un grande centro di consumo e spaccio e quella città ha avuto modo di sperimentare la riduzione del danno partendo proprio da quella situazione, riuscendo a superare questa visione. La politica sulle sostanze non è legata a uno schieramento politico ma sono pratiche che si basano su evidenze scientifiche e sono state portate avanti per rispondere a un’emergenza seria. Hanno sperimentato e hanno visto che da un punto di vista di salute e da un punto di vista di educazione e di costi sanitari era assolutamente benefica.

In questo contesto è recente anche il caso del ragazzo che si è suicidato sotto uso di sostanze che non conosceva, il problema è anche non conoscere cosa viene assunto, no?

Esatto. Torniamo proprio al caso della Svizzera dove ci sono questi dispositivi in contesti pubblici, nei locali. Sfatiamo anche il fatto che se un locale mette a disposizione in drugcecking non vuol dire ammettere che lì ci sono persone che fanno uso di sostanze ma si mettono a disposizione per collaborare con i servizi pubblici. Le forze dell’ordine sono interessate a portare avanti queste pratiche per un monitoraggio su quello che succede. I servizi pubblici collaborano e portano avanti questo tipo di politiche. Noi siamo convinti di portare avanti questa iniziativa perché ci permette di entrare in relazione con le persone: la questione è sia conoscere la molecola e sapere che cosa contiene, ma ci permette anche di parlare con le persone instaurando un colloquio in cui c’è sia scambio di informazioni sia un ragionamento sui rischi di un’assunzione che può essere legata a una situazione personale o al contesto, andando ad analizzare quello che potrebbe succedere. Non è un dato da sottovalutare perché è una delle cose più importanti.

Puoi anticiparci qualcosa sugli artisti?

Abbiamo Exit, Ninja, ma non spoileriamoli tutti. Alcuni avevano già collaborato con noi durante il Covid mettendo a disposizione le loro opere per delle aste. Il rapporto con CAT negli anni è stato importante perché ci hanno sostenuto dal momento che noi ci occupiamo anche dello sviluppo delle potenzialità dei giovani artisti della città e forse questa asta è anche un riconoscimento del lavoro che abbiamo svolto negli anni, parlo dagli anni Novanta in poi. Per noi è un’iniziativa molto preziosa e abbiamo provato a riproporla sapendo che poi ci sono realtà in città che comprendono quali possono essere i benefici di un’azione del genere perché è importante portare la riduzione del danno nella nostra città.

Avete in mente altre iniziative dopo questa?

Non sappiamo bene che obiettivo economico riusciremo a risollevare e, anche se è assolutamente importante, per noi è fondamentale l’obiettivo di comunicazione per cui poi apriremo le donazioni libere sul sito di CAT. Noi facciamo spesso iniziative a carattere culturale e presentazioni di libri sul tema.

Possiamo chiederti quanto costa, per curiosità, uno di questi dispositivi?

Circa 20.000 euro. Per questo erano tanti anni che  avevamo in mente di acquistarlo. Alcune donazioni sono già arrivate e l’obiettivo ci sembra raggiungibile. Questo che noi vogliamo acquistare è uno spettrometro, poi ci sono anche macchinari più evoluti che arrivano a costare anche 70.000 euro, che per noi sono cifre irraggiungibili. Questo è comunque accettato per le linee guida europee del drug checking perché ci sono reti internazionali e si può partecipare ai database europei inserendo i dati all’interno.

Puoi dirci qualcosa in più sulla base d’asta?

Abbiamo fatto una modifica perché in quella precedente avevamo messo come base d’asta 40 euro, invece adesso abbiamo deciso di lasciarla libera per ogni artista nel senso che sono proprio gli artisti a decidere quanto è giustamente il valore di partenza della loro opera sulla base del lavoro che c’è dietro. Ovviamente in base a questi parametri ogni opera è diversa ed è un modo che evita di deprezzare il lavoro dell’artista. Quindi base d’asta libera e ognuno valuta il proprio lavoro.

 

Info: www.coopcat.it