Il 27 novembre, nella Biblioteca illuminata dell’Istituto e Museo di Storia della Scienza – prezioso scrigno che conserva più di 250.000 testi a stampa di valore storico-scientifico – all’interno di un ciclo di incontri e presentazioni che celebrano i Cento anni dell’Istituto che si concluderanno il 19 dicembre con Marco Beretta, Massimo Bucciantini ha introdotto il suo nuovo libro Alla conquista di Galileo. Da Napoleone a Giovanni Paolo II, storia di una contesa. L’evento si è svolto davanti a un pubblico di studiosi, accademici, dottorandi e habitués della comunità scientifica fiorentina tra scaffali colmi di idee e scoperte. A dialogare con l’autore vi erano due autorevoli figure accademiche: Paolo Galluzzi, già Professore Ordinario di Storia della Scienza, direttore del Museo Galileo e tra gli interpreti più attendibili dell’eredità galileiana insieme a Giovanni Cavagnini, studioso del cattolicesimo europeo e delle fratture culturali del Novecento.

Processo, condanna, falsificazione: tre parole chiave per interrogarci sulla nostra storia culturale

«Questa nuova pubblicazione di Bucciantini si presenta con tante tracce interpretative» ha spiegato Paolo Galluzzi, «ogni capitolo potrebbe essere un episodio di una serie Netflix, un romanzo di cappa e spada fatto di vittorie e sconfitte, avventure, spargimenti di sangue e cancellazione delle memorie. È un libro che interroga la nostra identità culturale prima ancora che la storia del Seicento». Un lavoro di ricerca durato tre anni, condotto tra archivi francesi, svizzeri, italiani e vaticani, strutturato attorno a tre parole chiave della vicenda galileiana — processo, condanna, falsificazione — intesi qui come strumenti per leggere non solo il destino di Galileo ma anche il nostro: chi siamo, da dove veniamo, verso dove ci muoviamo.

Un mito che mette in luce conflitti, bisogni, inquietudini e lotte della società contemporanea

Alla conquista di Galileo non è una biografia o una monografia filologica ma la storia di una lunga serie di appropriazioni, desideri e battaglie culturali. Galileo non appare soltanto come uno scienziato bensì come un mito plastico, una figura che ogni epoca ha modellato secondo le proprie urgenze e i propri immaginari. È stato filosofo della nazione francese, eroe del Risorgimento, simbolo del genio italico durante il fascismo, e infine scienziato cristiano recuperato dalla cultura cattolica. A ogni passaggio, un pezzo di storia d’Italia e d’Europa ha visto in lui un dispositivo identitario, lo specchio delle proprie ambizioni e delle proprie ferite. «Si può parlare anche di miti pop se si fa con attenzione filologica» dichiara l’autore «tra le mie ultime pubblicazioni divulgative su Galileo, Campo dei Fiori, Un Galileo a Milano e Alla Conquista di Galileo  costituiscono una sorta di trilogia sull’idea di libertà e sul laicismo del nostro paese».

Scienziati, patrioti, ecclesiastici: l’officina del mito

Uno dei pregi del libro, secondo Paolo Galluzzi, è la capacità di mettere in luce figure meno note ma decisive nella costruzione dei “vari Galilei”. Dai patrioti Guglielmo Libri e Silvestro Gherardi, agli studiosi Antonio Favaro e Karl von Gebler, fino alle voci del cattolicesimo scientifico del Novecento come Agostino Gemelli e Pietro Maffi: un mosaico di intellettuali che hanno trasformato Galileo in uno strumento polemico, in un totem politico, in un alleato ideale. Cavagnini, da parte sua, ha messo a fuoco il punto di svolta: la ferita di Porta Pia, il trauma che spinse il mondo cattolico a tentare un rinnovato controllo del discorso scientifico. È in questo momento che Galileo viene ri-attivato come figura simbolica, capace di essere mostrata al mondo come «archetipo dello scienziato cristiano». Una strategia culturale raffinata, che culminerà nella riabilitazione voluta da Giovanni Paolo II e che Bucciantini racconta non come un risarcimento ma come una nuova fase nella lunga storia delle letture di Galileo.

Riletture, manipolazioni e ripensamenti storici del mito

La postura di Bucciantini è quella dello storico che sa navigare nella complessità senza cedere alla tentazione di semplificare. La sua ricerca affonda le radici in decenni di studio sulle origini della scienza moderna, ma anche nei rapporti tra scienza e letteratura, tra la razionalità galileiana e le parole di Primo Levi e Italo Calvino. Quel doppio sguardo, scientifico e letterario, innerva il libro e lo rende non solo un saggio, ma una narrazione culturale che non vuole sciogliere il nodo, né difendere o condannare una delle sue metamorfosi quanto mostrare come il mito funzioni, come si evolva nei secoli, venga manipolato, ripensato e quali ombre lasci cadere su di noi. Bucciantini definisce il mito come “un campo di forza”, un luogo dove si condensano conflitti e possibilità. Galileo diventa l’occasione per interrogare direttamente l’Italia, le sue fragilità, le sue tensioni tra laicità e religione, il suo rapporto ambiguo con la modernità scientifica, in un mondo in cui la scienza è di nuovo terreno di scontro ideologico, spazio di fiducia e diffidenza. Tornare alla storia delle appropriazioni galileiane significa guardare chi siamo diventati ed è proprio questo il merito più grande di questo volume, ci ha spiegato Galluzzi, ovvero ricordarci che i miti non sono mai “innocenti” ma specchi di noi stessi e Galileo, con la sua traiettoria accidentata, sembra restituirci un’immagine nitida di quel che siamo ovvero un paese abituato a discutere intensamente sulle proprie figure simboliche forse proprio perché ancora incerto su ciò che vuole essere.

L’eredità inquieta di Galileo e altre pubblicazioni sul tema di Massimo Bucciantini

Alla conquista di Galileo non è soltanto un libro per gli appassionati di storia della scienza ma un viaggio attraverso due secoli di idee, conflitti e riscritture che riflette sulla fragilità delle memorie collettive e sulla sorprendente vitalità dei miti. Galileo non viene qui restituito come una statua immobile ma come una figura che continua a interrogare chiunque si avvicini alla sua eredità. L’autore — già docente di Storia della scienza e Letteratura italiana contemporanea all’Università di Siena e visiting professor all’École Normale Supérieure di Parigi e al Politecnico di Zurigo — ha dedicato gran parte delle sue ricerche alle origini della scienza moderna e al rapporto tra scienza e letteratura. Membro del comitato scientifico del Museo Galileo di Firenze e co-direttore della rivista Galilæana, Bucciantini ha pubblicato numerosi studi divenuti punti di riferimento negli studi galileiani, tra cui Galileo e Keplero (2003), Il telescopio di Galileo (2012), Campo dei Fiori (2015), Un Galileo a Milano (2017), In un altro mondo. Galileo Galilei, Vincnet van Gogh, Primo Levi. (2023) e Siamo tutti galileiani (2023).

 

Prossimo incontro: 19 dicembre, ore 16

Mezzo secolo di storia della scienza al Museo Galileo: Andrea Corsini e Maria Luisa Righi Bonelli
Maria Conforti dialoga con l’Autore Marco Beretta.

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Museo Galileo – Istituto e Museo di Storia della Scienza
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