Abbiamo parlato con Agnese Lanza, Sara Campinoti e Martina Francone degli intenti dell’associazione Fika, dei loro progetti e del Tiny Festival, in arrivo a dicembre.
Com’è la scena della danza contemporanea a Firenze?
AL: «A Firenze ci sono molte realtà attive nella danza contemporanea. Quello che però riteniamo che manchi è uno spazio dedicato ai bambini, un pubblico spesso trascurato in questo ambito. Negli ultimi anni abbiamo lavorato per creare momenti di incontro tra danza e infanzia: spettacoli, laboratori e attività pensati per stimolare la curiosità dei più piccoli attraverso il movimento, partendo dalle nostre esperienze formative e dal desiderio di rendere questa disciplina un linguaggio accessibile a tutti».
SC: «A livello cittadino servirebbero luoghi di scambio e condivisione, una sorta di Casa della Danza dove artisti e operatori possano incontrarsi e collaborare. È un obiettivo che portiamo avanti da tempo con il gruppo Attivisti della Danza, nato nel 2012 e sostenuto fin dall’inizio dall’associazione Fika».

EDERA, foto di Simone Ridi
Rispetto all’estero, dove vi siete formate o avete accumulato delle esperienze, ritenete che in Italia ci sia un certo attrito culturale?
SC: «Più che un attrito, direi che manca una consuetudine; la danza contemporanea è ancora poco conosciuta e poco vista. Serve più formazione, ma anche più occasioni per far incontrare il pubblico con questa forma d’arte».
MF: «In Italia c’è ancora tanto spazio per far crescere la cultura della danza e questo rappresenta anche un’opportunità. Con i progetti dedicati ai più piccoli stiamo cercando di costruire un cambiamento concreto, partendo dal corpo, dal gioco e dalla relazione. C’è una grande curiosità, una voglia di partecipare. I bambini sono spettatori attivi, immediati e ci insegnano tanto su come comunicare attraverso il movimento. Ogni volta che presentiamo un laboratorio o uno spettacolo, l’interesse è altissimo. Le famiglie e le scuole ci chiedono di tornare, di continuare; è la prova che il bisogno di danza, di relazione e di arte condivisa è reale».

HABITAT kids! foto diFrancesca Madiai
In cosa consiste il progetto DanceFloor Kids e cosa ci dovremmo aspettare da Tiny Festival che si terrà a dicembre?
AL: «DanceFloor Kids, nato nel 2018, è un progetto di incontri danzati per genitori e bambini, spesso accompagnati da musica dal vivo. L’obiettivo è creare uno spazio in cui corpo, fiducia e contatto siano il centro dell’esperienza condivisa. A dicembre presenteremo il Tiny Festival, tre giornate di danza contemporanea per l’infanzia (12–14 dicembre alle Murate Art District) che riuniscono i percorsi che abbiamo portato avanti finora. Ci saranno spettacoli, tra cui Trip, la nostra nuova produzione per i piccolissimi e quella della compagnia svedese BLAUBA, un laboratorio di danza e video con l’artista Jacopo Jenna, uno scambio di pratiche tra professionisti del settore e per concludere, il dj set di Annina DJ, artista di undici anni, al Caffè Letterario. Gli spettacoli e i laboratori invitano i bambini a entrare nella performance e a danzare, rompendo la barriera tra palco e pubblico».
SC: «Per le famiglie è un’occasione preziosa per rafforzare il legame genitore-figlio attraverso il movimento e anche un modo per parlare di arte, presenza e ascolto reciproco. Tra i progetti per l’infanzia dell’associazione c’è anche Edera, una rassegna estiva di danza e musica dal vivo nei parchi fiorentini, parte del programma dell’Estate Fiorentina e pensata per portare la danza ai bambini e alle famiglie in spazi aperti e accessibili».
L’associazione Fika, sostenuta da Regione Toscana e Fondazione CR Firenze è in procinto di cambiare nome e rinnovare la propria immagine a inizio 2026 come Nika. In giapponese, “Nika” richiama il suono di un sorriso spontaneo, un piccolo “nika!” che emerge quando qualcosa ci fa stare bene. L’obiettivo resta quello di continuare così a costruire un percorso di ricerca e creazione artistica dedicato ai più piccoli e alla comunità, promuovendo una cultura della danza partecipata, accessibile e condivisa.
in copertina: TRIP 2, foto di Marco Lanza
