Gli uomini non sono portati a comprendere e scoprire le forme di piacere e di desiderio che non siano quelle performative da pornografia: come si scoprono il proprio corpo e i propri desideri? Questa domanda ci interroga sugli uomini, ma la risposta è vera per tutte le persone. L’unica strada è sperimentare, farsi domande, ascoltarsi. Facile? Non proprio, ma neanche impossibile.

Bisogna prendersi tempo e non avere fretta, tutto il contrario di un approccio performativo; i desideri non stanno fermi, nessuno di noi è la stessa persona di quando ha cominciato il proprio rapporto con il piacere. Forse qualcosa che un tempo ci piaceva tantissimo non ci interessa poi così tanto; forse possiamo superare la fase dei copioni ripetitivi e stantii da porno mainstream.

Porsi la questione, o avere accanto qualcuno che ce la ponga, è il fondamentale punto di partenza. Sentir verbalizzare, interiorizzare ed infine capire che – davvero – c’è altro. Repetita iuvant, scriviamolo su tutti i muri, facciamone il testo di una canzone, diciamolo ai nostri amici, fratelli, compagni: oltre la performance c’è di più.

Ok, va bene, ma cosa? Potrebbe essere utile concedersi un ritmo lento, diverso, stuzzicante: ripartire da un massaggio, un grattino, un bacio sul collo. L’esercizio è quello di togliere la penetrazione e l’orgasmo dal centro del rapporto. Unica concessione; uomini etero che decidono di esplorare – finalmente! – la propria prostata.

Meglio ancora: giocare ad escludere deliberatamente tutto ciò che è genitale. Cosa succede? Ulteriore spunto può essere quello di provare qualche sex toy: se usciamo dal giro dei classici dildo scopriremo che ne esistono tantissimi dedicati al piacere maschile, perfetti per esplorare sensazioni nuove e prendersi un momento per sé.

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Venire, ma dove? Quando avevo 8 anni una coetanea mi spiegò, in modo brutale e poco allettante, il concepimento. C’era questa cosa che il babbo doveva tassativamente aver eiaculato dentro la mamma che non capivo. Come aveva fatto? In che posizione stavano? La mamma aveva sentito qualcosa? Ma soprattutto, come si “decideva” di eiaculare? Doveva essere uno sforzo non da poco farlo in quel preciso momento e far andare tutto bene.

Povero babbo, povera mamma… Sono passati gli anni e molte di queste domande hanno trovato risposte ma il meccanismo dell’eiaculazione maschile, non potendo sperimentarla direttamente, per me rimane un mistero. E va bene così anche se è inevitabile riflettere su quanto poco sappiamo di come le persone che ci sono vicine vivano la propria sessualità e, soprattutto, che non importa quanti anni si abbiano perché nel sesso siamo tutti principianti. Proprio per questo sarebbe auspicabile che il dialogo per le bambine e i bambini cominciasse in sedi più competenti che al muretto in un pomeriggio d’estate che, inevitabilmente, ricorderanno per tutta la vita.

La redazione