L’industria della moda, per certi versi, ha un rapporto ormai compromesso con l’ambiente. Processi come la tintura e la finitura di vestiti, ad esempio, richiedono grandi quantità di acqua, mentre la produzione e la spedizione alimentano le emissioni di carbonio. La sovrapproduzione è uno dei motivi principali di questo forte e dannoso impatto. Il fast fashion, legato al crescente bisogno dei consumatori di comprare nuovi capi d’abbigliamento, ha portato all’ascesa di prodotti a basso costo che richiedono processi e ritmi di lavorazione sempre più deleteri a livello ambientale e umano. Infatti, i vestiti invenduti che derivano da tale sovrapproduzione diventano milioni di tonnellate di rifiuti tessili difficili da smaltire.

Negli ultimi anni, però, per far fronte al problema, sempre più brand hanno cercato di abbracciare una logica di moda sostenibile, prediligendo la qualità rispetto alla quantità. Tra questi, nella città di Prato, conosciuta in tutto il mondo per il suo distretto tessile, nel 2022 è nato Fran, un atelier in cui si realizzano abiti artigianali su misura a partire da materiali di scarto.

backstage, foto di Alex Landolfo

La sostenibilità della moda artigianale su misura

Il processo che porta alla nascita della seconda vita di un abito richiede tempo e cura per i dettagli. Le due stiliste e fondatrici di Fran, Martina Salvetti e Michela Papaianni, ci raccontano che per la creazione di un abito da sposa impiegano in media dai sei agli otto mesi, mentre per uno da cerimonia circa tre o quattro mesi. Inizia tutto con un primo incontro conoscitivo, che ha l’obiettivo di disegnare diversi bozzetti fino ad arrivare a quello desiderato e, poi, si procede con la realizzazione di un cartamodello completamente nuovo, costruito da zero sulla persona. Per le collezioni, invece, i tempi sono più rapidi e ci vogliono dai quindici ai trenta giorni. In questo caso, per ottimizzare il lavoro e abbattere tempi e costi, si parte da cartamodelli già testati e adattati, mantenendo comunque la personalizzazione nella scelta di tessuto e colore in virtù dell’unicità del capo. Fran produce circa duecento pezzi all’anno, tra abiti da sposa, cerimonia, collezioni e capi unici. «Molte persone ci scelgono perché desiderano un vestito che racconti qualcosa di loro. Ogni abito che realizziamo ha un legame forte con chi lo indossa, e questo crea un valore aggiuntivo. – sostengono le due fondatrici – In un mercato che corre e che promette tutto a poco prezzo, il nostro è uno spazio creativo dove i vestiti hanno il tempo di nascere con calma».

Dallo scarto a una vita nuova

La caratteristica di utilizzare esclusivamente tessuti di scarto deriva dalla volontà di perseguire la sostenibilità e il riconoscimento del valore del tempo, del lavoro e della qualità. Questo tipo di moda sostenibile è reso possibile dalla reperibilità dei tanti materiali di scarto che oggi si trovano sul mercato. «Collaboriamo con aziende del territorio, magazzini tessili e artigiani. A volte sono le stesse clienti a portarci stoffe con un valore affettivo. L’idea è proprio quella di dare nuova vita a materiali dimenticati, trasformandoli in qualcosa di unico», ci spiega Michela. Rimanenze di magazzino, fine pezza e campionari permettono di realizzare ogni capo su richiesta, evitando così scarti, prodotti invenduti o sprechi. «Non produciamo stock e ogni nostro abito nasce in maniera artigianale. Il su misura ci consente di produrre solo quando serve e per una persona precisa. – aggiunge Martina – La nostra è anche una scelta affettiva: l’abito non è più solo un oggetto, ma un’esperienza da vivere insieme».

prova sartoriale, foto di Carlotta Tortorelli

Hai mangiato?”, l’evento per presentare la nuova collezione

Per la loro collezione estiva 2025, le due fondatrici dell’atelier hanno organizzato una sfilata di lancio che prenderà vita domenica 4 maggio nella cornice di Gonfienti 34, una villa a Campi Bisenzio. Con linee ispirate agli anni ’50, ’60 e ’70 e tessuti scelti per durare nel tempo, l’evento non sarà soltanto l’occasione per celebrare la moda sostenibile, ma qualcosa di più ampio, con il concerto in apertura del gruppo musicale Zebra TSO, la possibilità di fare aperitivo e, infine il DJ set a cura di Lukaerre. «Il nome della collezione è “Hai mangiato?”, una frase semplice e quotidiana, ma piena di significato. Parla di cura, legami familiari e riti condivisi. Durante l’evento racconteremo tutto questo attraverso abiti, immagini, suoni e gesti. Non sarà solo una sfilata, ma un momento di incontro», ci anticipano le due stiliste.

 

HAI MANGIATO?

Domenica 4 maggio 2025 | Gonfienti 34, Campi Bisenzio
dalle ore 17:00
Ingresso libero (è consigliata la prenotazione)

Per maggiori informazioni: https://www.franfactory.it/ss25-hai-mangiato/

Contatti:
Sito web: https://www.franfactory.it/
Instagram: https://www.instagram.com/fran_factory/

 

Foto di copertina: di Ludovica Barone