di Lorenzo Robin Frosini

Se pensiamo l’archiviare come pratica quotidiana atta a preservare frammenti di memoria personale e collettiva, le nostre case e le nostre azioni diventano gli schedari della nostra società. Il paesaggio, con la sua struttura morfologica, si presenta ai nostri occhi come un archivio che narra la trasformazione della natura in storia. Queste parole introducono Archive, l’ultima pubblicazione di Corrispondenze, il percorso artistico intrapreso da Paola Boscaini e Cristina Materassi nel 2021. In Archive si percepisce una prima sintesi del cammino finora compiuto dalle due artiste: tentiamo di ripercorrerlo.

Materassi e Boscaini hanno condiviso un percorso di formazione pittorica accademica ma, presto, hanno maturato la necessità di trascendere i limiti di una pratica eccessivamente individuale, al fine di approfondire particolari tematiche in senso non convenzionale. A testimonianza di ciò, è sufficiente analizzare i rispettivi lavori di tesi triennale: uno studio della contrapposizione fra spazio fisico-materico e spazio vissuto-emotivo, da una parte; un approfondimento della dipendenza tra conformazione del territorio e modi di abitare, dall’altra.

‘Caccia al tesoro’, 5 tesori e 100 mappe visive, realizzato in occasione della mostra NOVISSIMI+, a cura di Associazione Gheddo, Torino

Paola e Cristina hanno concluso i loro studi a Torino. Se Cristina, nata e cresciuta in Toscana, ha vissuto la prima esperienza da fuorisede in Piemonte, per Paola, d’origini trentine, si trattava già della seconda volta lontana dalle sue montagne: l’abitudine di Cristina a un forte legame verso una casa-base cui tendere, l’attitudine di Paola a doversi svincolare da un simile rapporto con il territorio a lei familiare, il bisogno comune di confrontarsi con chi avvertisse il desiderio di esplorare nuove prospettive artistiche spiegano le ragioni per cui il tempo di Corrispondenze non poteva che essere ai piedi delle Alpi piemontesi. Partendo dalla consapevolezza dell’insoddisfazione riguardo alla resa pittorica dei propri interessi spaziali e trovandosi entrambe in una città nuova rispetto a quelle natali, Paola e Cristina hanno scoperto di essere complementari e hanno iniziato ad indagare lo spazio urbano sperimentando pratiche artistiche relazionali. Ciò significava interrogare il territorio da nuovi punti di vista, tentando di evidenziare in modo multidisciplinare le interconnessioni tra l’abitare umano e il luogo che lo accoglie.

L’inizio di Corrispondenze coincise con l’individuazione di una domanda fondamentale: «cosa vuol dire abitare uno spazio?». Per rispondere alla domanda, Boscaini e Materassi sperimentarono pratiche di partecipazione pubblica. Come emerso dal dialogo con le artiste, secondo Paola «l’idea era quella di iniziare a costruire una narrazione collettiva sul concetto di abitare, una narrazione condivisa a proposito dell’appartenenza a un determinato contesto». Cristina specifica: «una narrazione collettiva “ufficiosa”, senza la pretesa che fosse un racconto esaustivo». L’intento era quello di «fare spazio, nel senso di creare uno spazio, fisico o meno, per rimettere al centro della discussione le voci di persone che vivevano quello spazio quotidianamente». L’insieme delle risposte alla domanda “primigenia” ha determinato la creazione del sito internet www.corrispondenze.com, pensato come spazio di archiviazione delle loro opere.

Archive vol. A ‘Off your shoes’, serie di cinque pubblicazioni, da Pressato Coffee and Books, Torino, 2024 foto di Federico Cardamone

Corrispondenze, nel tempo, ha associato all’interesse di ricerca un processo di produzione installata e contestuale legata ai territori, ad esempio nell’opera Caccia al tesoro, un invito a prestare attenzione, ad aguzzare lo sguardo, ad imparare a conoscere uno spazio e i meccanismi che lo regolano, oppure con il lavoro Ho portato un pezzo di casa con me, per cui è stato realizzato un mezzo su ruote dalle sembianze di una casa, un oggetto che catturasse l’attenzione con il suo passaggio, per creare interrogativi e invogliare al dialogo, che permettesse di accogliere e ospitare in qualunque luogo. In entrambi i casi, muovendosi attorno ai poli dell’incontro e della costruzione collettiva, le artiste hanno innescato una serie di pratiche di cura. Che si tratti di condividere un’esperienza ludica comune o di prestare ascolto offrendo un tè caldo, Cristina e Paola hanno continuamente ricambiato quel che è stato loro donato, promuovendo così esperimenti al confine tra l’indagine artistica e la cura umana del territorio.

Come restituire il materiale raccolto nella forma di un prodotto accessibile a tuttə? Per rispondere a tale esigenza, nel 2022 Corrispondenze diventa un magazine. Riprendendo le parole di Cristina, «il tentativo è stato quello di passare dalla cura del bisogno di ascolto, alla cura di una consapevolezza». Mentre affinavano quella sana ingenuità iniziale che le aveva spinte a “sporcarsi le mani”, Paola e Cristina hanno sviluppato il desiderio di impostare Corrispondenze come progetto di curatela editoriale, il cui scopo – particolarmente riuscito in Archive – è sempre il medesimo: «creare delle comunità temporanee che riflettono su un tema», come dice Paola.

Sia nei primi lavori sul campo, che negli ultimi su carta, un punto fisso rimane costante: la capacità di Corrispondenze di restituire in modo artisticamente personale quel che le persone mettono nelle mani di Cristina e Paola.

 

Crediti fotografici: Concessione delle artiste

In copertina: ‘Ho portato un pezzo di casa con me’  video (15”), audio (19”), mappe, struttura mobile, Torino, 2022