Dopo il magico concerto sold out di Daniela Pes dello scorso anno alla Palazzina Reale, continua la collaborazione di Lungarno con Fabbrica Europa con il concerto di un’altra artista italiana in ascesa dal profilo internazionale, Marta Del Grandi, protagonista sul palco del PARC delle Cascine  domenica 22 settembre, per presentare il suo ultimo album Selva. Apprezzando la sua musica dagli esordi, non potevamo farci sfuggire l’occasione per raggiungerla e levarci qualche curiosità.

La parola “selva” ha spesso molteplici significati. Qual è il tuo?

«Di “selva” mi sono piaciuti tutti i significati; sia quello di bosco e l’accezione letteraria che ha, cioè i riferimenti danteschi ma anche di altri poeti della letteratura classica, come Gabriele D’Annunzio, la cui poesia “La pioggia nel pineto” è stata un grande riferimento per la mia Selva. È anche il significato che ho scoperto studiando questa parola quando mi è venuta in mente per il titolo – cioè, quello di un insieme di cose diverse ed eterogenee; ho pensato riflettesse molto il carattere del disco, che non è un particolarmente concettuale ma comprende tante anime e colori diversi».

Adoriamo la tua etichetta inglese, Fire Records, e spesso le sue release finiscono nelle nostre pagine. Com’è nata la vostra collaborazione?

«Sono molto felice di pubblicare con Fire Records, è sicuramente un’etichetta che ha una grande credibilità e una storia importante. La nostra collaborazione è nata nel 2021 quando ha finito il mix di Until We Fossilize che è stato il mio debutto per l’etichetta. Ho avuto la fortuna di riuscire a far ascoltare questi mix che sono piaciuti molto e così sono entrata nel roster».

Quanto è servita la formazione accademica nella tua carriera?

«La mia formazione accademica è stata fondamentale perché mi ha dato la possibilità di concentrarmi sulla musica per anni a tempo pieno e di imparare gli strumenti tecnici che mi hanno permesso di essere libera nella scrittura. Sono contenta di aver studiato quando ero molto giovane e quindi di aver potuto fare tante esperienze prima di iniziare effettivamente a fare questo lavoro come lo faccio oggi».

Ormai da tempo giri instancabilmente per i palchi europei. Che idea ti sei fatta della scena alternative italiana contemporanea?

«Credo che nella scena italiana ci sia molta qualità nascosta. Spesso per gli artisti emergenti è molto difficile riuscire a essere presi sul serio e questo mi dispiace perché trovo che ci sia grande spazio per un certo tipo di alternative-mainstream ma sia ancora molto difficile aprirsi verso le varie sfaccettature dell’alternative che esistono nella scena grassroots. Penso che oggi ci sia l’opportunità per aprire occhi e orecchie».

Cosa vedremo nel tuo live fiorentino?

«Il mio concerto per Fabbrica Europa arriverà verso la fine di questo tour estivo e consisterà in un set in trio con Vito Gatto al violino e Gabriele Segantini alla batteria e all’elettronica. Ci saranno tanti brani di Selva, qualche brano anche più vecchio e sicuramente qualche sorpresa che ancora non è mai stata suonata dal vivo».

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