di Roberto Pecorale
Esistono a Prato alcuni luoghi magici, troppo spesso ancora liquidati con un “sembra di essere a… ” – segue capitale europea con preferenze solitamente teutoniche – , banalizzando così il merito di chi quegli spazi li ha ideati e creati, nonché la vocazione intercontinentale che a mio avviso la città ha nel suo DNA.
Tra questi luoghi figura senza alcun dubbio Ex Fabrica, che quest’anno compie 10 anni.
Nello spazio del giardino Fabbrichino a partire da giovedì 13 giugno sarà proposto un programmone con eventi di vario tipo: tanta musica, teatro, cinema e danza, con un’attenzione particolare rivolta ai più piccini.
Per l’occasione facciamo due chiacchiere insieme a Federica Camiciola, direttrice artistica musicale della rassegna.
Innanzitutto buon compleanno a Ex Fabrica! Cosa è successo nell’arco di questo tempo, è cambiato qualcosa rispetto agli inizi?
10 anni di Ex Fabrica, di cui da 7 curo la parte musicale. In questi anni sono cambiate molte cose, abbiamo sperimentato tanto per avvicinarci alla forma che ci piaceva di più.
Nel 2018 quando sono arrivata il festival era in gestione a un pub, il Camelot, per cui io seguivo la programmazione invernale, così quell’anno mi trovai a gestire anche la programmazione estiva, in cui furono proposti 15 concerti. A partire dall’anno successivo la compagnia TPO ha preso la gestione del giardino e lì abbiamo proposto 10 giorni di concerti consecutivi con il Milky Way Music Festival.
Dal 2020 abbiamo iniziato a proporre la formula che poi si è consolidata fino ad ora, cioè una rassegna musicale che si diluisce nella mesata della manifestazione, combinata insieme ad altre arti: Ex Fabrica è quindi ora un contenitore di diverse espressioni artistiche, e questa edizione dal mio punto di vista è quella più densa e solida, perché c’è tanto spazio dedicato ai bambini, dal teatro della compagnia TPO al cinema di Cinefilante, c’è la musica con 10 concerti, e infine la fotografia, la novità di quest’anno, con le installazioni dell’associazione culturale Sedici che ha selezionato per noi una serie di scatti che ci terranno compagnia per tutta la rassegna.
Ecco, quest’anno si può dire che siamo diventati più maturi.
Una carrellata di cosa ci aspetta musicalmente nelle prossime settimane?
Due concerti a settimana di artisti e band, quasi tutti con produzioni uscite recentemente da presentare.
Per l’apertura giovedì 13 ci sarà Tyto, il progetto solista di Beppe Scardino, membro dei C’mon Tigre, polistrumentista aperto all’elettronica e alla musica sperimentale, mentre il secondo giorno sarà il turno degli Sleap-e: trio chitarra-basso-batteria – che si autodefinisce egg-punk – tutto da ballare nel pratino.
La seconda settimana il 21 giugno sarà la volta degli Hate Moss, un duo interessante che propone elettronica mischiata a musica latinoamericana, seguiti il giorno seguente dagli A Toys Orchestra, che suoneranno il loro nuovo lavoro Midnight Again, con cui stanno facendo sold out pressoché ovunque.
La terza settimana il 28 giugno saliranno sul palco gli italofrancesi Grimoon: si tratta di una serata organizzata insieme a Cinefilante, dove presenteranno il loro spettacolo Vers la Lune, un cineconcerto in cui sarà proiettata una loro produzione cinematografica animata e musicata con le loro musiche, un misto tra rock psichedelico, kraut ed elettronica. Il 29 giugno ci sarà Jonathan Clancy con il suo nuovo bellissimo album Sprecato.
Il 4 luglio sarà la volta di Lepre, con il suo cantautorato rabbioso, malinconico e intenso, seguito il giorno dopo da R.Y.F. : si tratta di un progetto che conosco da tempo, ma chissà perché non avevo mai visto sul palco di Ex Fabrica; un progetto che dà voce alle diversità, musicalmente molto potente, che vanta collaborazioni con Skin e Moor Mother, ed esce per l’interessante etichetta Bronson Recordings.
La quarta settimana suoneranno i God of the Basement, band fiorentina nata a Londra, con il loro suono heavy pop ben curato e stiloso; infine chiusura col botto il 12 luglio con Ben Shemie, il cantante della band canadese Suuns che sognavamo da anni, che suonerà il suo disco solista Desiderata.
Come viene effettuata la selezione degli artisti che suoneranno ad Ex Fabrica?
Durante l’anno sto dietro alle uscite e alle produzioni delle mie etichette preferite, ricevo proposte e ragiono sperando di poterle fare. Essendo un progetto finanziato dal Comune non si hanno garanzie sulle risorse a disposizione fino all’ultimo, per cui prendo appunti e intorno a marzo/aprile solitamente si riesce a capire come poterci muovere.
È complicato trovare il giusto equilibrio tra le risorse effettive e quello che ti piacerebbe fare?
Collaboro col TPO che gestisce il budget complessivo, che è dispendioso perché oltre alla musica ci sono il teatro, l’allestimento ecc. La musica si prende una parte ed io in questi anni ho sempre cercato di privilegiare la qualità rispetto alla quantità, garantendo la gratuità dei concerti, che non abbiamo mai messo in dubbio. Nel mio ambito mi piace la sfida di far rientrare tutto nel budget a disposizione, cercando fino all’ultimo il progetto perfetto tra qualità e costo, e finora non ho mai avuto problemi.
Ti va di raccontarmi un aneddoto che ti è capitato in questi anni di festival particolarmente divertente o bizzarro? O la richiesta più stramba che hai letto su un rider di un artista?
Coi rider ho sempre l’incubo, ma fortunatamente non mi è mai capitato qualcosa di strano.
Una cosa simpatica è successa quando ha suonato da noi Andrea Laszlo De Simone. Come sapete Ex Fabrica è un giardino molto curato, che viene seguito amorevolmente e accarezzato tutte le mattine da Davide Venturini, l’ideatore dello spazio. Davide ci raccomanda sempre di innaffiare le piante tutti i giorni, coprirle di bacini, di fare attenzione ai bambini che non lancino i sassi sul pratino e quant’altro.
Quando Laszlo è arrivato e dal furgone sono usciti i 5 componenti più fonico e tour manager, appena hanno visto il pratino senza pensarci due volte hanno tirato fuori il pallone e hanno iniziato a giocare a calcio, cioè la prima cosa che Davide ci disse di NON fare quando ci diede in gestione il giardino. Per fortuna Davide non c’era e i ragazzi si sono fatti una partitella prima del soundcheck, alla fine è andata bene così.
Chi ti piacerebbe portare su questo palco?
C’è stato un gruppo che ho provato per 4-5 anni a portare a Ex Fabrica: gli svizzeri Hyperculte. Avevo organizzato un loro concerto al pub di cui dicevo prima, un concerto incredibile a cui hanno assistito letteralmente due persone. Ho provato per anni a cercarli, non so neppure se suonino ancora, adesso mi sono rassegnata, ma secondo me sono stati traumatizzati da quella sera e da quel tour italiano sfortunato in cui trovarono 3 date in croce.
Mi piacerebbe portare qualcuno dell’International Anthem, l’etichetta di Chicago che mette insieme jazz ed elettronica, con cui collabora il chitarrista dei Tortoise Jeff Parker. Ho visto alcune loro produzioni a Fiesole e in Sala Vanni a Firenze, secondo me sarebbero delle serate magiche in mezzo a quell’atmosfera.
Info:
https://www.facebook.com/exfabricaprato
https://www.instagram.com/ex_fabrica/