di Viola Niccoli

L’idea del film nasce dall’esigenza di raccontare il momento del distacco dall’età dorata dell’infanzia attraverso il luogo che più la rappresenta: la casa.

Se si pensa a ‘cinema’ e ‘casa’ viene subito alla mente La famiglia di Ettore Scola, in cui il protagonista è seguito dal battesimo fino all’ottantesimo compleanno nella grande casa di famiglia.

Nel film Via Don Minzoni n.6 – primo lungometraggio di fiction di Andrea Caciagli – tutti questi anni sono raccontati con unità di tempo, luogo e azione, nelle 24 ore precedenti la mattina in cui il protagonista Andrea (interpretato da Francesco Gaudiello) lascerà per sempre la casa dove è cresciuto assieme alla nonna appena scomparsa.

Che protagonista e regista siano omonimi non è un caso: “Quando abbiamo venduto la casa di famiglia – dichiara Caciagli – mi sono scontrato con la necessità di affrontare la perdita di tutte queste memorie, memorie che definiscono chi siamo. Così ho scelto di raccontare con un film il significato di questa perdita, il momento di questo distacco, un momento di lutto sì, ma anche di metabolizzazione e di crescita. Il protagonista porta il mio nome perché il suo passato si intreccia con il mio, si intreccia con le lettere, le videocassette, le fotografie, con i semplici spazi di quelle stanze che hanno accolto la vita di tre generazioni. Fino all’ultima, la più giovane, che ho scelto di riunire nella forma di un gruppo di amici attorno ad una partita di poker che è anche un racconto generazionale, e una tradizione che in tanti hanno portato avanti nella casa di famiglia”.

Un lungo amarcord, in cui attraverso gli oggetti (vecchie fotografie, quadri ingialliti, vestiti, lettere, una misteriosa scatola blu) prendono forma le storie delle persone che negli anni hanno vissuto in quella casa.

Il tema della conservazione della memoria e il cinema come mezzo di elaborazione del trauma e del lutto sono fondamento del lavoro di Caciagli, e Via Don Minzoni n.6 sembra costituire un atto unico assieme al suo documentario La leggerezza (premiato all’ottantesima Mostra del Cinema di Venezia), in cui il regista ha ripreso la nonna per cercare di catturarne i ricordi prima che l’Alzheimer li cancellasse del tutto, documentando anche la difficoltà di accettare la malattia da parte dei suoi familiari.

Tra la scomparsa della donna che lo aveva cresciuto, il conflitto con i propri genitori e la gioia e l’amarezza di un gruppo di amici ritrovato per il commiato, Andrea attende l’alba della mattina successiva con la consapevolezza che la sua vita sta cambiando per sempre.

Proiezioni:

27 Febbraio ore 20:30 CINEMA UCI Campi Bisenzio (FI), regista in sala.

29 Febbraio ore 21:00 e 4 Marzo ore 21:00 CINEMA TERMINALE Prato, regista, cast e produzione in sala.

5 marzo ore 19:00 CINEMA ALFIERI Firenze, regista e cast in sala.

6 marzo ore 20:30 CINEMA ARSENALE Pisa, regista  in sala.

7 marzo ore 21:15 CINEMA SCUDERIE GRANDUCALI Serravezza (LU), regista in sala.

12 marzo ore 20:30 CINEMA ALESSANDRO SETTIMO Siena, regista in sala.