Raccontare un libro attraverso le immagini, condensarne il significato in pochi minuti rendendolo accattivante e, soprattutto, commercialmente interessante. Questo il compito di un book trailer, un prodotto audiovisivo certamente non nuovo ma che, complice anche la recente difficoltà di tenere presentazioni e incontri con autori, si rende sempre più utile nella promozione della cultura. A Firenze la Pagliai Film Group, una realtà familiare che ha a che fare col cinema da molto tempo, in quanto il capostipite Otello Pagliai fu l’ideatore di quella città del cinema che avrebbe dovuto ricreare a Firenze una piccola Cinecittà, tra le altre attività si occupa della realizzazione di book trailer per diversi autori. Serena Galletti, marketing manager, ci racconta il coinvolgimento della casa di produzione in questo particolare strumento promozionale.
Quando nasce l’idea di realizzare dei book trailer?
“Non è qualcosa di nuovo ma una realtà consolidata che va incontro alle esigenze del cliente. La nostra visione si differenzia perché puntiamo a una resa il più possibile cinematografica. Il book trailer permette di superare il limite della lettura coinvolgendo l’immagine e, attraverso la partecipazione emozionale, si incuriosisce il lettore ancor prima che il libro esca”.
C’è una sceneggiatura o una traccia?
“Ci sono dei book trailer che nascono particolarmente didascalici in cui tramite le immagini effettivamente si racconta il libro, altri invece si articolano come interviste all’autore che è direttamente coinvolto nel raccontare la genesi della sua opera. Il copy rimane comunque una parte fondamentale in ogni progetto video, noi partiamo sempre dalla scrittura che poi ci dà il ritmo per il montaggio”.
Quanto dura la versione finale?
“Cambia base alle esigenze del committente, ma dei tagli vengono comunque operati per i social, ci può essere una versione per una story o un post ma ne rimane comunque una più lunga per le esigenze dell’autore”.
Da quante persone è composta la troupe quando si gira un book trailer?“Questa è proprio una di quelle cose che dipendono dallo storyboard. A parte le solite maestranze, il numero di persone cambia in base alla complessità delle riprese. Vale anche per la durata delle riprese, questo aspetto in particolare è anche vincolato al budget e al numero delle location”.
Un prodotto culturale come un libro ha sicuramente un’esigenza diversa rispetto a una qualsiasi richiesta di sponsorizzazione.
“Dobbiamo individuare la precisa esigenza del cliente. Cosa vuole che la sua opera comunichi in quei pochi minuti? Con un libro di narrativa è un conto ma ci sono anche i saggi. Noi possiamo fornire una consulenza ma è poi la sua indicazione a dare la traccia da seguire”.
A quale pubblico e quale contesto sono destinati i book trailer completati?“Anche questo aspetto è a discrezione del cliente. Alcuni fanno realizzare questo tipo di prodotto per fare promozione sul loro sito o sui social, altro caso quando c’è invece un’esigenza specifica magari per partecipare a un particolare evento in cui è richiesta una presentazione del proprio lavoro che sia impattante. È un po’ come per i trailer cinematografici”.
È cambiata la richiesta dopo due anni di pandemia?
“Letture e presentazioni, che per gli autori sono i momenti più autentici in cui possono incontrare il pubblico, sono e resteranno importantissimi, solo che adesso ovviamente sono più ristretti. Pur non pensando affatto che un book trailer possa esserne una sostituzione, credo che siano strumenti importanti anche per l’approccio più digitale che tutti abbiamo adottato”.