di Michele Baldini e Virginia Landi
Natale è finito e, ahimè (/ahi·mè, ai-/), è arrivato gennaio. In questo prezioso arco temporale i vocaboli culinari (così come vocabolari e libri di ricette) vengono utilizzati senza sosta. Ma non solo: vengono anche maltrattati, accorpati, fusi, ripensati e attaccati creando formazioni di nuove parole. Un’esigenza che nasce per definire elementi che fanno parte della quotidianità ma anche per rinominare in qualche modo le innovazioni che riguardano il mondo del cibo. Niente paura, comunque: la buona notizia è che anche quest’anno tra piatti di lasagne, finger food, bottiglie di prosecco e dessert a base di pandoro, siete sopravvissuti ai parenti e alle loro proposte colloquiali. La cattiva è che ora forse dovrete trovare il modo di smaltire il tutto, in tutti i sensi. Di seguito qualche suggerimento.
Batch cooking /ˌbætʃ ˈkʊkɪŋ/ (or. ingl., trad. it. “cucina seriale”)
Consta nella pratica, sempre più proposta da blogger e influencer, di cucinare una sola volta la settimana più portate, ridistribuendole i giorni seguenti. Sulla quarta di copertina di un volume dedicato si legge: “Maggiore serenità, meno sprechi e soprattutto piatti sani e preparati in casa”. Quale miglior sistema quindi per celebrare il riciclo degli avanzi natalizi, seguendo la fortunata tradizione toscana (certo più calorica) del rifatto o ripassato in padella?
Pizzata /piz-zà-ta/(n.f. pasto a base di pizza; uscita in compagnia per mangiare la pizza)
Il neologismo e participio nominalizzato indica generalmente un ritrovo di gruppo volto a condividere, insieme, un pasto a base di pizza, parola da cui deriva il termine. Per la sua definizione possiamo cominciare anche da ciò che non è: non significa infatti né “pungere” o “pizzicare” e neanche “urtare il molo o un’altra nave per errore di manovra”, come utilizzato nel linguaggio marinaresco. L’evento conviviale non è poi particolarmente indicato per le diete che ci siamo ripromessi di fare come buon proposito per il nuovo anno, ma, nella maggioranza dei casi, mette d’accordo proprio tutti.