Studi recenti confermano che l’essere umano – prima di estinguersi – avrà sempre meno denti. 

Molti di noi, me compresa, assistono attoniti al ritardo della comparsa di denti del giudizio, molari che spuntano/spuntavano tra i 18 e i 25 anni, età in cui secoli fa già somigliavi a tua nonna. In questa epoca dove si invecchia senza crescere, i nostri denti del giudizio – insieme al giudizio stesso – hanno ben pensato di risparmiare fatica, energia e spazio, pensando di fare a meno di venire al mondo, complice un’esistenza senza mordente, sempre meno impegnativa, igienizzata fino allo sconforto e immediata da digerire come un beverone, che tu lo voglia o meno. Se una volta la proprietà per cui erano famosi i liquidi erano quelle di risalire i muri per capillarità, di stagnare granitici o di travolgere gli argini con dirompenza, adesso sono citati per la capacità di vacillare e di adattarsi forzatamente al contesto da cui sono limitati. 

Ovunque trionfa lo stato liquido: le relazioni sono liquide perché scorrevoli e instabili, così come i contratti di lavoro, mutevoli e inafferrabili. Nel caso sfortunato che, in odore di disoccupazione, ti fosse balenato in testa di iniziare a cacciare, o anche solo di mettere sul tetto trappole per piccioni come l’eroina brigatista di Louise Michel (Benoît Delépine, Gustave Kervern – 2008), pensa invece che potresti optare per una dieta liquida. È assodato infatti che gli ultimi trend stiano portando la cucina a fluidificarsi, mentre Carlo Cracco ha liquefatto un intero menù nel suo nuovo ristorante sui Navigli a Milano, chef emergenti sbandierano bucatini alla carbonara in bicchieri trasparenti e lisci come l’acqua. Ecco allora una ricetta fluida, salata e fredda per una generazione che – tra le mille cose – ha perso anche i denti.

gaspacho
Illustrazione di Marta Staulo