Caro Dott. Froddini, ho 23 anni e sono una studentessa universitaria fuori sede. Lo sono perché l’ho scelto, l’ho voluto, ma mai come in questo periodo ho sentito e sento la mancanza della mia terra, dei miei volti familiari. Adesso con le riaperture che si fanno più concrete potrei avere la possibilità di scendere, ma sono combattuta e forse anche un po’ impaurita. Ho paura di sentire ancora più forte la loro mancanza e di non riuscire a ripartire, ho paura di mandare in crisi quello che sto costruendo e di aumentare dubbi e incertezze… però mi mancano tanto.

Michela

Cara Michela, la sua domanda è molto toccante e si percepisce la sua voglia di ricevere un abbraccio caldo e familiare, un abbraccio di quelli in cui ci si possa rifugiare e ci si possa sentire protetti e al sicuro. A volte, soprattutto quando siamo nella fase di ricerca di autonomia e di crescita, sentiamo desideri contrapporsi. Da un lato c’è la voglia di essere indipendenti, di costruirsi un futuro proprio e di voler fare leva solo su se stessi, sulle proprie forze e risorse, ma dall’altro sentiamo il bisogno, soprattutto nei momenti più delicati, di sentirci figli, di sentirci più piccoli, di sentirci nelle mani di qualcun altro che possa curarsi di noi.

L’errore che spesso facciamo è quello di vederle come due forze contrapposte, ma chi dice che ci sia un’età per gli abbracci? Chi dice che a un certo punto non sia più legittimo sentire le mancanze dei familiari? Sentirle è normale e credo anche che soddisfarle non debba essere vissuta come una debolezza. Credo anzi che concedersi delle pause per ascoltare i nostri bisogni non possa che ricaricare il nostro organismo.

Se dovesse scendere e avere più difficoltà a ripartire, si conceda i giorni che le servono (magari può organizzare bene il momento di stacco, mettendo in conto possibili prolungamenti), anche perché se l’alternativa deve essere quella di restare e resistere… beh, la mancanza non può che aumentare e stridere sempre di più.

Sigismondo Froddini

Una rubrica a cura di SpazioPosso. Inviate le vostre domande, crisi e drammi esistenziali a [email protected]. Il dott. Sigismondo Froddini vi risponderà in questo spazio.