Nonostante la gran confusione tra zone gialle, arancioni, decreto Natale, permessi speciali e autocertificazioni, ho riassaggiato paradossalmente un po’ di normalità. Ho avuto modo di rivedere familiari e amici, seppur con le limitazioni ormai note. Dovrei essere felice e fiducioso che questa tornerà a essere la mia realtà, eppure mi sento strano perché mi sono sentito a disagio anche se sono persone che conosco da una vita: mi sembra di essere un ospite, quasi un estraneo. Come se, dopo mesi passati chiuso in casa in pieno smart working, scoprissi di aver perso la mia capacità di stare con gli altri… che succede?

Lucas

Caro Lucas, veniamo da un periodo di restrizioni e divieti, dove l’unica compagnia erano le mura domestiche e chi vi abitava dentro. Abbiamo parlato più con “Alexa” che con le persone che prima della pandemia coloravano il nostro tempo. Ogni conversazione, anziché iniziare con “come stai?”, iniziava sempre con “mi senti?”, “mi vedi?”. 

Un periodo dove tutto era sospeso. Adesso ci stiamo adattando a una realtà leggermente diversa, ed è un nuovo cambiamento; sì, di nuovo con questa flessibilità.

È come se fino a ora fossimo stati all’interno di una bolla e tornare ad abitare quel tessuto sociale, che prima ci era familiare, può non essere così naturale come lo era prima. È come assaggiare di nuovo un piatto dopo tanto tempo, si ricorda che le piaceva tanto? Beh, oggi, a distanza di mesi, il gusto le sembra un po’ strano, sarà mica colpa del fatto che la ricetta è cambiata? Certo, rimane il suo piatto preferito, eppure c’è qualcosa di diverso a cui evidentemente fa fatica ad abituarsi. 

Non sappiamo esattamente come la pandemia ha modificato le ricette dei nostri rapporti, ma di certo ci avrà messo lo zampino. Adesso serve riprendere la pratica, sensibilizzare di nuovo i suoi sensi verso sapori e odori che oggi sembrano sconosciuti.

Per sostenerla in questo esercizio di “riscoperta del gusto” delle sue relazioni, le consiglio di armarsi di cucchiaio e forchetta: boccone dopo boccone scoprirà davvero cosa è cambiato, nuove sfumature e sicuramente nuove forme di questi rapporti; alcuni le piaceranno ancora di più, altri le lasceranno un po’ di amaro in bocca. Del resto, come diceva la nonna quando eravamo piccoli e non volevamo assaggiare nuovi cibi dicendo che non ci piacevano, “che ne sai? Se non lo provi non lo puoi sapere!”. 

Buona ri-scoperta.

Ps. No, i broccoli non li ho mai più assaggiati neanche io.

Sigismondo Froddini

Una rubrica a cura di SpazioPosso. Inviate le vostre domande, crisi e drammi esistenziali a [email protected]. Il dott. Sigismondo Froddini vi risponderà in questo spazio.