Pensare che ero riuscita a fare tre cose che non avrei mai pensato di fare. Ricevere una romantica proposta, anzi la Proposta; mettermi a dieta senza non poche difficoltà, salutando per un lungo periodo i miei amici carboidrati; riuscire a convincere un ragazzo classe 1932 (mio nonno) a prendere un aereo per venire a trovarmi in Toscana dal profondo sud Italia. Tutto perché avevo deciso di sposarmi.
L’ammmore c’era, il vestito c’era, il catering, le luci, il fotografo e forse anche le bomboniere solidali, c’erano. Ma ti pareva che a pochi mesi prima del fatidico sì non scoppiava un’epidemia mondiale che avrebbe sparigliato le carte in tavola? Un inaspettato colpo di scena, peggio della carta “Imprevisti” del Monopoly, degno solo di una sceneggiatura alla Shonda Rhimes. Ma come hanno attutito il colpo le realtà che lavorano nel wedding?
Lo abbiamo chiesto ad alcuni addetti ai lavori, che in Toscana ha registrato gravi perdite, senza ricevere molte tutele. Sara, wedding planner ci racconta che, lavorando per il 99% con stranieri, sta cercando di lanciare un messaggio positivo a tutte le coppie incentivandole a spostare le date. “Ciò che ripeto loro è che questo impedimento è di natura temporanea. Non sappiamo quali saranno le restrizioni e non possiamo fare molte previsioni, il nostro ruolo adesso è di consigliare gli sposi quanto meglio possibile”.
Federico, videomaker co-founder di Waterfall Visuals aggiunge che “lavorando principalmente con persone che viaggiano da stato a stato, stiamo assistendo le coppie con estrema flessibilità, posticipando date e proponendo nuove location. A livello economico, i danni fatti dalla fase 1 sono stati considerevoli, e gli strascichi saranno lunghi, ma siamo fiduciosi in una ripartenza più consapevole”.
Sposarsi con bouquet e mascherina o recitare le promesse in streaming è una scelta coraggiosa ma, per me, anti romantica. Che matrimonio sarebbe senza l’amico ubriaco, la mamma commossa, lo zio con la cravatta sbagliata, gli amici terroni e i piedi dolenti per i tacchi?