Al momento della chiusura di queste righe, è passato poco più di un mese dalla chiusura delle scuole.  In pratica sono pochi giorni, ma già solo questo mese sta pesando moltissimo ai bambini (o ragazzi), alle loro famiglie e agli insegnanti. Chi per un motivo, chi per un altro. I bambini stanno ovviamente soffrendo della situazione non potendo vivere la quotidianità con i loro compagni, le famiglie sono in difficoltà nel gestire il lavoro proprio e le attività dei ragazzi, mentre il corpo insegnanti si vede privato della possibilità del contatto giornaliero con i propri studenti.

Un problema umano e professionale che coinvolge tanto chi insegna ai più piccoli – non solo alla primaria, ma anche ai nidi d’infanzia e alle materne – quanto chi ha a che fare con ragazzi un po’ più grandi. Già prima della chiusura il ministero parlava di didattica a distanza e video lezioni. Facile a parole, meno nei fatti, come ha spiegato Martina nell’articolo qui di fianco.

Tutti siamo rimasti in balia e alla fine era necessario un valore aggiunto, un tassello che legasse le belle parole del ministero, con la realtà dei fatti. Ed il valore aggiunto di questa storia è quello degli insegnanti e degli educatori che, pur in una situazione difficilissima come quella che stiamo vivendo, stanno facendo il possibile per tenere in vita l’anno scolastico e per proseguire il loro il loro percorso educativo, venendo incontro alle famiglie e a tutte le difficoltà che i genitori possano avere, dalla mancanza di un computer, ai problemi nello stampare o alla mancanza di spazi dove sistemarsi per le video lezioni.

Lo stanno facendo con amore, nei confronti dei loro studenti, e passione, per il proprio lavoro. È ancor più bello, poi, vedere la tenerezza e l’emozione dei bambini nell’incontrarsi a distanza, i loro imbarazzi nei pochi silenzi, i mille ciao a caso, microfoni che entrano in pausa senza senso e concetti che, clamorosamente, vengono anche chiappati. A giudicare dai nostri comportamenti – dalla caccia a chi estende di venti metri il proprio raggio passeggiata alla schedatura del vicino del babbo che porta il bambino a fare il giro dell’isolato – no, non ne usciremo migliori. Anzi. Ma tra le poche cose da salvare  ce n’è una in particolare e della quale sapevamo pochissimo finché non abbiamo avuto la fortuna di vederla: il legame invisibile tra maestri e bambini, tra educatori e studenti.