di Carlo Benedetti
Delle varie professioni legate alla catena dei libri, il libraio è l’ultimo e fragilissimo anello. È lui che consegna il libro nelle mani del famigerato, quasi estinto, lettore. Per questo tutti gli altri mestieri dell’editoria lo trattano con riverenza mista a stupore: perché aprire una libreria visto che è impossibile non dico guadagnarci, ma almeno non rimetterci (su 10 euro di libri venduti ne restano 0,40€)?
Il libraio (indipendente) non ha una risposta. Si aggira fra i propri scaffali mettendo in ordine, sperando che questo aiuti a mettere ordine anche dentro di lui. Alterna con una certa regolarità fasi di realismo disincantato ed estremo – “Basta, metto il bar” – ad altre di slancio culturale inarrivabile – “Facciamo un festival di poesia turca!”.
Queste, mescolate a una frugalità monacale, gli permettono di arrivare a fine mese e continuare a lottare.
Poi, in una mattinata come le altre, entra quel ragazzo che non ha neanche 15 anni, che dovrebbe essere a scuola, che fuma di nascosto nel vicolo qui dietro, al quale per miracolo avevi venduto “Alta fedeltà” di Nick Hornby. “Non male ‘sto libro. Dai, dammene un altro”.
Il libraio allora sorride, sforzandosi di non cedere alla commozione e di resistere alla voglia di abbracciarlo.
Dove puoi trovarlo in città?
La SEF (Società Editrice Fiorentina – www.sefeditrice.it) deve il nome ad una storica casa editrice del XIX secolo. Allora, come oggi, si occupa di saggistica, sia scientifica, sia umanistica, con un’attenzione speciale al territorio