Di Gianluca Danti
Ciao ragazzi, è passato un anno dalla vittoria del Rock Contest. Chi sono oggi i Dust & the Dukes?
“Oggi ci sentiamo un gruppo rock, unito, sicuro e consapevole delle proprie capacità. Durante tutto questo tempo abbiamo avuto la possibilità di lavorare su noi stessi e circondarci di un super team di lavoro. Abbiamo sviluppato e registrato i brani nei Sam Studio con il produttore Andrea Ciacchini che ha fatto venire fuori il nostro sound con grande sapienza”.
Vi piace definire la vostra musica “desert rock”: una vostra grande qualità a mio parere è quella di riuscire a condensare queste influenze sixties in un sound contemporaneo. Vi rispecchiate in questa descrizione?
“Sì, ‘desert rock’ perché per noi rappresenta un immaginario musicale e stilistico che ci ha sempre affascinato: non solo moderni rocker come Josh Homme ma anche tutti quelli che sono stati gli antenati del genere, dalla psichedelia dei Doors ai Black Sabbath, passando per Townes Van Zandt, fino ad arrivare alla leggenda del country Willie Nelson”.
La vostra musica è ricca di suggestioni cinematografiche: quali sono i film che vi hanno ispirato?
“I film sono una parte importante del nostro lavoro; sicuramente troviamo più stimoli nei film girati in pellicola i quali riuscivano a trasmettere qualcosa di estremamente reale in grado di nutrire la fantasia. Sognare, ai tempi, era facile. I film che più ci hanno stimolato vanno dall’inizio della storia del cinema con ‘Voyage dans la lune’ di Georges Méliès oppure ‘The Great Train Robbery’ di Edwin S. Porter, del 1903, fino ad arrivare a quei film a colori denominati western”.
Che progetti avete per questo nuovo anno?
“Un tour europeo di circa 15 date, che toccherà Svizzera, Francia e Inghilterra e che sarà anticipato da un live esclusivo il 29 febbraio al Glue di Firenze. Inoltre, molto presto uscirà nuova musica e non abbiamo nessuna intenzione di fermarci. Sarà un 2020 intenso e continueremo a correre”.