“La violenza è un inciampo nella storia dell’umanità” queste le parole del vicesindaco Cristina Giachi durante la posa delle pietre d’inciampo in memoria delle vittime della Shoah, riportando quanto ebbe a dire Daniela Misul, ex presidente della comunità ebraica, scomparsa lo scorso agosto.
Una mappa della memoria che dal 9 gennaio ha iniziato a segnare le vie e le piazze della città di Firenze, tragiche tappe che riportano alla mente le vittime delle deportazioni verso i campi di concentramento, viaggi verso l’ignoto, motivati dall’odio.
La comunità ebraica ed il comune di Firenze hanno aderito al progetto ideato nei primi anni Novanta dall’artista tedesco Gunter Demnig, il quale ha preso parte alla posa di alcune pietre d’inciampo recanti i nomi delle vittime, le date delle catture e quando presenti, le date di morte.
Il primo elemento a segnare le vie della città è stato quello comparso in via del Gelsomino 29, ricordando il rabbino Rodolfo Levi, Noemi Levi, Rina e Amelia Procaccia, Alda e Angelo Sinigaglia. Il civico 12 di piazza d’Azeglio si unisce alla memoria delle vittime dell’Olocausto raccontando la storia di Giuseppe Siebzehner e Amalia Koretz, mentre via Giovanni Bovio racconta la storia di Giorgio Levi delle Trezze, Xenia Haya Poliakov e Lucia Levi.
Pietre in ottone sono state posate in via Marsala 2 in nome di Amelia, Augusto, Lucio, Sergio Gallico e Giulia Pacifici, ancora tre pietre in Piazza delle Cure, dedicate ad Aldo e Giulio Levi e Adriana Castelli. Piazza Donatello 15 ricorda Clotilde Levi, via Ghibellina 102 David Genazzani, mentre via del Proconsolo 6 porta i nomi di Elena e Abramo Genazzani e Mario Melli Genazzani.
Forte l’interesse e grande il contributo di Palazzo Vecchio, che ha supportato il progetto impegnandosi nella posa di 24 sampietrini, contando di arrivare a 50 entro il 2021; un segno indelebile di una Firenze che mantiene vivo e rinnova il ricordo del tragico destino dei suoi cittadini.