6 giugno 1992 –  Matrimonio di David Bowie

A Firenze c’è una piccola chiesa, in centro. Non ci sono piazze davanti, non ci sono code di turisti, raramente è segnalata sulle guide. Spesso ci passiamo davanti motorizzati, driblando il traffico da via Il Prato per immetterci nell’ultimo tratto, spesso imbottigliato, di via della Scala. È la chiesa episcopale americana di St. James, in via dei Rucellai. È la Chiesa dove si è sposato uno dei nomi più grandi della storia della musica pop, David Bowie. Ci saremmo aspettati da quest’uomo una celebrazione sfarzosa, incredibile, off: niente di tutto ciò. Dinanzi al reverendo Mario Marziale gli sposi David Bowie e la principessa somala Iman Mohamed Abdulmajid assieme a pochi amici. Niente marcia nuziale, definita da Bowie “uno dei pezzi di musica più orribili mai ascoltati”, bensì delle composizioni della stessa rockstar ed un (pare) adeguato coro bulgaro all’ingresso della sposa in Chiesa. Fine del rito, qualche foto fatta col flash che ancora son recuperabili in rete. Loro, gli sposi, insieme a Brian Eno, Yoko Onoe Bono. Due confetti e via a cena. Anche questo è stato Bowie, anche questo è successo a Firenze.

10 giugno 1900 – Il cinema a Firenze
Venezia, Cannes, Berlino. E perché no, Firenze. Il perché è molto semplice da spiegare: a Firenze nasce il cinemanella nostra penisola. Proprio così infatti, la nostra città con il cinema Edison, ai tempi ubicato prima in via Strozzi poi in Piazza della Repubblica ha il primato di battezzare la prima sala stabile, ai tempi solo per 100 persone, di tutta Italia. Quello strano linguaggio artistico inventato dai fratelli Lumière era un bambino, aveva solo tre anni, e fino ad allora le proiezioni erano quasi degli spettacoli dimostrativi, una sorta di circo di immagini per piccole folle incuriosite. Il cinema Edison, invece, aveva un’antisala dove un’orchestra di una decina di musicisti deliziava il pubblico in attesa dell’inizio del programma cinematografico. Lo spirito, ovviamente, era altro rispetto a quello che conosciamo adesso: un cronista del tempo parlava infatti di un pubblico abbastanza alticcio che “messo in un ambiente così fatto, dopo quello che aveva bevuto, andava in brodo di giuggiole”. Beati loro, altro che sale d’essai.

14 Giugno 1980 Lou Reed in concerto – Parco delle Cascine

Il 14 giugno 1980 il mostro di Firenze ancora non era un mostro, il PCI era quello sanguigno e nutrito di Berlinguer, la strage di Ustica ancora non era ancora avvenuta e i ragazzi che quel giorno parteciparono a questa assoluta kermesse non ne potevano più degli anni di piombo. La rivoluzione fiorentina della new wave era alle porte, e Lou Reed, davanti a decine di migliaia di giovani era un’assoluta potenza. C’era fermento, tanto, al punto che lo stesso artista iniziò a richiamare il pubblico ad un applauso per fermare i momenti di tensione durante “I’m waiting for the man”: alla fine tutto andò bene, e Firenze, dopo il concerto di Patti Smith dell’anno prima, si trovava definitivamente capitale della musica internazionale. Curiosità: si narra che lo stesso Reed chiese una bistecca prima dell’esibizione, ed un coraggioso runner di nome Gino saltò su un Ciao compiendo un’impresa che forse lo stesso Reed si è ricordato negli anni successivi.

18 giugno 1989 –  Fiorentina Bologna

Non si parla di sport, non si parla di calcio, per spiegare quello che è avvenuto in questa calda giornata di giugno di un campionato che stava accompagnando la Fiorentina verso il cammino Uefa ed il Bologna verso una risicata salvezza. Si parla purtroppo stavolta di cronaca nera. La rivalità fra fiorentini e bolognesi si incrocia nel cosiddetto“derby dell’Appennino”, sempre sentito, ma che stavolta degenera in una delle pagine più brutte dello sport a Firenze. La cronaca: un treno diretto verso Campo di Marte, carico di tifosi bolognesi, viene assaltato all’altezza di Rifredi da alcuni teppisti con la sciarpa viola. La solita sassaiola vendicativa dopo l’agguato dei bolognesi all’andata: ma stavolta non sono solo sassi a volare, ma una bottiglia molotov, che va a colpire Ivan Dall’Olio, sedicenne bolognese, che si troverà profondamente ustionato. Gli aggressori fortunatamente furono assicurati alla giustizia, ma il segno della violenza cieca lascerà indelebile quella giornata a tutti i tifosi viola e a tutta la citta di Firenze. Per non dimenticare.

29 giugno 1929 – Oriana Fallaci

Importante, divisiva, sfrontata, coraggiosa, capace, acuta, anticipatrice. Potremo continuare quasi all’infinito la lista di aggettivi per definire la fiorentina Oriana Fallaci, probabilmente la giornalista più importante mai vissuta in Italia. Oriana nasceva a Firenze il 29 giugno del 1929, ed ha combattuto dal giorno dopo la sua nascita al giorno prima della sua seconda morte, nel 2006. Seconda perché nel 1968, a Città de Messico, già si trovò in un obitorio, dopo una scarica di mitra rovesciatale addosso dalla polizia, mentre documentava le proteste degli studenti: quella volta per fortuna un sacerdote la vide viva e la salvò. Le sue battaglie le ricordiamo tutti, nonostante una generazione intera l’abbia considerata, e forse la consideri ancora, inappropriata e avvelenata per le sue ultime posizioni sulla politica europea. Ma questo è, la Fallaci la pensiamo ancora combattente, perché combatte ancora, con le proprie opinioni, nei suoi libri. Davanti a qualcosa che non sopportava, come il nazifascismo, come l’oppressione misogina, come l’ingiustizia, non si è mai tirata indietro, non hai mai mediato. Buon compleanno Oriana.