Se si parla di gruppi rock toscani ai più verranno in mente Litfiba e Diaframma; ma anche i Virginiana Miller, originari di Livorno, possono vantare una carriera longeva e costellata di ottimi album.
Gelaterie sconsacrate e La verità sul tennis furono autentiche gemme della musica alternativa a cavallo fra vecchio e nuovo millennio e cd oggetto di culto da custodire gelosamente e condividere solo con chi meritava davvero, quando per la condivisione non bastava un asettico click.
Il Glue è pronto ad ospitare la band guidata dal poliedrico Simone Lenzi venerdì 19 aprile, e ci sono tutte le promesse per un gran concerto.
La novità è che per il loro ritorno i Virginiana Miller hanno accantonato l’italiano, con cui hanno composto liriche dall’evidente valore letterario, per abbracciare l’inglese.
Un colpo di scena, e quasi una mossa a rovescio rispetto ai tanti gruppi rock nostrani partiti sprezzanti da liriche estere per riavvicinarsi poi ossequiosi alla lingua del Manzoni.
Una necessità però avvertita dai nostri, curiosi di esplorare altri paesaggi sonori e abbandonarsi al folk e al blues.
The Unreal McCoy è dunque un’esperienza immaginaria che odora di America e sa di chitarre suadenti sempre pronte però a graffiare, contornate da atmosfere suggestive e talvolta commoventi. La voce di Lenzi scorre bene sopra gli strumenti come un grosso caravan nella freeway, ed è come se Nick CaveoTom Waits fossero nati a Cecina invece che oltre gli oceani.
In un momento asfittico per il rock italiano questo ritorno con tanto di sorpresa è una ventata d’aria fresca, e anche se i Virginiana Miller cantano di cowboy motociclisti o Albuquerque invece di Roma e della precarietà operaia riescono comunque a coinvolgere emotivamente l’ascoltatore, catturato da un intrigante tappeto sonoro; canzoni perfette per viaggi con il finestrino abbassato e la libertà come unica meta.
Il concerto si terrà venerdì 19 aprile al Glue in via Manfredo Fanti 20 alle ore 22.
Per entrare occorre la tessera del locale.